BALBUZIE IN ETÀ INFANTILE: UN NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO
                                 di Enrico Caruso

     Il più delle volte, quando una madre comincia ad intravedere le prime avvisaglie della balbuzie nel bambino molto piccolo, questa non riesce a capire cosa sta succedendo. Quando il sintomo persiste, l’angoscia comincia a far la sua comparsa .La madre a poco a poco sarà invasa da mille domande, chiedendosi in che cosa ha sbagliato, che cosa non riesce a capire, perché tale tragedia doveva capitare proprio a lei, quale sarà il futuro del figlio e così via. Altre mamme, anche se rimangono impassibili, non appena sentono le difficoltà foniche del figlio fanno trasparire a livello non verbale la loro ansia, con segni d’impazienza. Queste modalità, consce o inconsapevoli, a loro volta fanno scattare nel bambino sensi di colpa.
     Il bambino, a sua volta, per rendere felice la mamma, più cercherà di parlar bene e più si troverà impantanato in laringospasmi esacerbati dal desiderio di mostrarsi senza alcun sintomo. Non a caso vi sono bambini che balbettano più a casa che non tra i coetanei. Altre volte, può succedere che nella mamma scattino meccanismi iperprotettivi per difendere il figlio e per facilitargli l’impatto con la realtà sociale. Quando compaiono le prime avvisaglie della balbuzie, solitamente il padre appare meno preoccupato. Nella maggioranza dei casi il padre cerca di sedare l’angoscia della moglie, spesso ponendosi in una posizione di secondo ordine nell’affrontare la balbuzie del figlio. In una nostra indagine famigliare, prendendo come riferimento un campione di 40 famiglie, è stato somministrato il Parental Attitude Research Instrument (PARI – Forma IV) che misura gli atteggiamenti genitoriali. In questa ricerca gli items che hanno avuto una maggiore significatività sono stati: paura di nuocere al bambino, repressione dell’aggressività, dominanza della madre e, sempre in questa, regnava il sentimento di sentirsi trascurata dal marito.
     La balbuzie è un problema complesso che va trattato con molta cautela e con tecniche specifiche e sempre sulla base di una diagnosi foniatrica, neuropsichiatrica e psicologica. Secondo le nostre ricerche, un buon trattamento terapeutico dovrebbe tenere conto di tutte le variabili che determinano la balbuzie; il tutto non può risolversi in una “pratica intensiva”, che il più delle volte lascia inalterato il quadro sintomatico, senza nemmeno trovare un valido riscontro scientifico. All’interno del trattamento da noi proposto, oltre ad un esame attento del tipo di balbuzie, viene proposto un esame diagnostico della personalità. Esso diventa fondamentale per essere certi che oltre al sintomo

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