balbuzie non vi siano altre patologie associate, che potrebbero inficiare la prognosi. Le tecniche saranno applicate previa diagnosi, in modo da sviluppare un programma specifico per ogni singola persona. Una procedura che tenga conto solo della balbuzie, senza considerare il quadro psicologico del bambino, potrebbe notevolmente peggiorare la sintomatologia.
     Dopo tale esame, l’aspetto prettamente terapeutico mira a sollecitare tutte le variabili comunicazionali che sono state inibite o parzialmente sviluppate. Il quadro terapeutico non si focalizza esclusivamente sul trattamento della balbuzie, ma prende in esame altri sintomi spesso correlabili alla disfluenza, quali: variabili somatiche (aggressività, ansia, insonnia, ecc.) disorganizzazione ideativa, scarso rendimento scolastico, difficoltà di concentrazione, difficoltà di lettura, difficoltà di adattamento e di inserimento sociale, difficoltà di comunicazione in senso lato. L’iter terapeutico viene sviluppato sulla base di una terapia individuale, sempre seguendo le necessità diagnosticate. Anche i genitori verranno coinvolti all’interno di questo processo. Tutte le tecniche da noi adoperate sono supportate e riunificate da un lavoro essenzialmente psicoterapico, il quale, discostandosi da un procedimento ortodosso,  ricongiunge più discipline per agire in modo mirato sul bambino che balbetta.
     In questo procedimento evolutivo, costituito dall’incastro tra tecniche psicologiche, comportamentali e linguistiche, risulta necessaria l’alleanza terapeutica con la famiglia per non vanificare i risultati ottenuti. L’evoluzione del linguaggio procede parallelamente con l’evoluzione comportamentale. I cambiamenti sopraggiunti nel bambino determineranno, come logica conseguenza, nuovi assestamenti nella struttura famigliare. Questa fase comporterà colloqui periodici con i genitori per renderli parte attiva all’interno del processo terapeutico. Generalmente, la terapia con i genitori prende in esame gli accorgimenti educativi e le loro emozioni, cercando anche di comprendere gli atteggiamenti assunti dal bambino nel contesto famigliare e sociale. In chiave preventiva cerchiamo di agire anche su bambini molto piccoli, di 2 o 3 anni. In questi casi si prevede un’azione terapeutica sul genitore, offrendo consigli, al fine di ridurre la loro sensazione di disagio.
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