il sogno. La sua corsa va contro ogni spinta depressiva, che a prima vista sembrerebbe un “atto maniacale” per negare la “differenza” o il limite.
     La stampa italiana ha visto il miracolo nelle protesi di carbonio di Pistorius, ma pochi hanno visto il vero miracolo psicologico ed esistenziale compiuto da


questo grande uomo. La sua personalità non aspettava altro che avere un “piccolo mezzo” per volare, ma quel volo è solo il risultato di chi ha voluto, e vuol lottare, per vivere una vita senza tabù.
     Oskar non si è rinchiuso nei soliti condizionali esistenziali del tipo “se avessi avuto… se avessi potuto… ecc..”. Egli passa all’azione e riempie il vuoto esistenziale colmando la “ferita narcisistica”. Nelle sue corse Oskar ritrova l’unità psicosomatica, dove gli arti (o meglio le protesi) vengono inglobati nell’Io Corporeo. Anche nell’assenza si ritrova la presenza.
     Ancor prima delle
Olimpiadi, Oskar Pistorius ha già vinto la sua battaglia.
    In ultimo, diventa un grande “docente di coraggio” per chi “decide” di accettare la propria disabilità per poi cercare di… volare.
                       caruso@equipelogodinamica.it
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