MAGRE DA MORIRE: QUESTA VOLTA È PROPRIO VERO!
                                         di Cristina Mascheroni

     Questa volta siamo proprio arrabbiati. Delusi ed arrabbiati. Il “mostro sbattuto in copertina”, la modella anoressica che sta spopolando dai cartelloni pubblicitari di tutte le città italiane, opera di un fotografo famoso più per le provocazioni che per gli scatti, non è una donna, non è neanche un’aliena, è proprio niente. Siamo stufi, come si fa a mercificare così la malattia, il disagio, in nome di cosa poi?
     Dalle pagine di questa rubrica abbiamo affrontato più volte il problema della corretta alimentazione, l’importanza del movimento e della cura del proprio corpo per una vita più sana e longeva. Non abbiamo certo la presunzione di fornirvi il vademecum per il corpo perfetto (ottima salute = bellezza), cerchiamo solo di approfondire quei temi che ci consentono di vivere in salute. Non crediamo che la popolazione femminile italiana sia composta solo ed esclusivamente da donne, più o meno giovani, tutte con le canoniche misure 90-60-90, la pelle perfetta, i capelli in ordine, l’abbronzatura giusto quel tanto da sembrare “appena scesa dallo yacht all’ancora in Costa Azzurra”, corpo tonico e snello, palestrato alla perfezione, senza il benché minimo sforzo. No, spiacenti, queste illusioni/convinzioni  le lasciamo alle riviste patinate dell’edicola, quelle che propongono anche tutta una sfilza di diete assurde. Purtroppo, però, molte di noi, in questo tranello della perfezione a volte ci cascano. Siamo donne mediterranee, con le curve forse un po’ troppo abbondanti, e il modello che ci propinano la TV, la moda, il cinema, ci va un po’ stretto. Questa volta, però, i mass media hanno proprio passato il limite.
     L’oggetto della nostra indignazione ci guarda con tristi occhi vacui dal cartellone pubblicitario e, pensa un po’ che caso, la fotografia è una di quelle “formato maxi”. La modella, se così la possiamo chiamare, è magra, molto magra, magra da morire: il suo viso è scavato, gli occhi vuoti, le costole del torace in bella mostra, le lunghe gambe ossute, le braccia completamente scarnite. È completamente nuda. Esiste un’ulteriore versione della fotografia: la ragazza è ripresa di spalle, in bella vista i segni della sua malattia sul fondoschiena. Anche qui, nuda. Impossibile non notarla, impossibile fare finta di niente. Lei ci guarda e noi ricambiamo lo sguardo. Accanto, a caratteri cubitali, la parola: ANOREXIA.
     Ci siamo chiesti: che cosa rappresenta questa pubblicità? Una nuova marca di abbigliamento? Un nuovo “chissa diavolo cosa” alla moda? Non lo sappiamo.

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