Forse l’intenzione del fotografo, questa è l’ipotesi più attendibile, è quella di lanciare il suo personale “j’accuse” contro il mondo della moda, che fornisce sempre più “grucce da passerella” al posto di modelle, anche se negli ultimi anni qualcosa sta cambiando (ne abbiamo parlato nel mese di Novembre 2006). Ma siamo sicuri che questo messaggio così forte sia chiaro? A noi non sembra. Anzi.
     L’anoressia è una malattia spesso sottovalutata, le persone che ne soffrono non si rendono conto che si stanno autodistruggendo, condannandosi a morte certa. Se il messaggio che questa foto dà è così ambiguo, chi ci assicura che una persona emotivamente fragile non prenda questa modella come riferimento da imitare? E poi, è proprio necessario mercificare così il corpo umano, la malattia, per lanciare un messaggio? Oppure si tratta di una trovata pubblicitaria, visto considerato che ormai, per attirare l’attenzione di un consumatore sempre più distratto, i mass media cercano immagini sempre più forti, sempre più sconcertanti?
     Vi ricordate i bimbi dell’Africa? Tempo fa, la foto di un bimbo africano, con il pancino gonfio per la denutrizione e le mosche attaccate al naso, ci faceva indignare e, di conseguenza, mettere mano al portafoglio per una donazione all’associazione no-profit che si impegnava ad aiutarli e a risolvere la fame nel mondo, se mai ciò fosse possibile. Poi, le associazioni sono spuntate come funghi, visto il crescente “successo” nelle donazioni, e nella babele di informazioni abbiamo smesso di aiutare chicchessia, complici anche gli scandali tipo “operazione Arcobaleno”. Chi ci ha rimesso, inutile dirlo, è stato il bimbo africano e la sua fotografia, oggi, sbattuta sul cartellone, non fa più tenerezza, anzi, spesso ci fa dire… “già visto” e passare oltre.
     Qui, invece, è stato stravolto ogni canone, estetico e morale, ogni rispetto per la persona, il mostro è stato sbattuto nudo sul cartellone. Ma… il senso del pudore, il rispetto per il buon costume, che fine hanno fatto? Nessuno ha pensato che questo tipo di foto può essere vista anche da un bambino che potrebbe non capire, o addirittura, rimanerne impressionato e lavorare così di fantasia? Inoltre, nessuno ha capito di che campagna pubblicitaria si tratta. Di fatto, il famoso fotografo ha fatto parlare di se ancora una volta, poco importa se a pagarne le conseguenze sia stata una povera ragazza, della quale ignoriamo anche il nome e, soprattutto, la quale non sappiamo che fine abbia fatto… che tristezza!
     Tristezza per le donne (ridotte ad oggetto), tristezza per la mancanza di fantasia (ci sono tanti bei soggetti da fotografare per le campagne pubblicitarie),

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