NEOMAMME IN AZIENDA
                       di Giuliana Longo - specialista in psicoterapia psicoanalitica

     Nel nostro contesto socio-culturale ed economico il tema della neomamma è ormai di grande attualità. Neomamma anche come donna che ha un ruolo lavorativo nell'azienda e che è costretta ad assentarsi temporaneamente dal lavoro per assolvere al nuovo impellente compito che la maternità impone. Dato il cospicuo aumento della presenza femminile nell'azienda, l'impresa è ormai decisa ad affrontare dei costi per facilitare alla neomamma il rientro. Le politiche aziendali degli ultimi anni si aprono decisamente alla considerazione delle neomamme come risorsa da non perdere e pertanto come soggetto da reinserire nel sistema produttivo. Si parla di "tutoraggio, diversity management", cioè di strategie di sostegno alla neomamma lavoratrice che prevedono diverse forme di aiuto, che vanno dai semplici aiuti economici ai nidi aziendali, al rientro part-time, alla flessibilità di orario o a sospensioni sabbatiche.
     Queste iniziative ci mostrano una precisa intenzione di tener conto delle nuove condizioni in cui la donna lavoratrice si viene a trovare con la maternità. Oggi, quando si parla di nuove condizioni, non si possono dimenticare quelle psicologiche, per non cadere nel solito riduzionismo che misconosce la dimensione emotiva della persona. Anche solo sul piano dell'esperienza quotidiana, non sfugge ai nostri occhi il peso che le emozioni hanno in ogni nostra manifestazione e come spesso giochino un ruolo da protagonista nelle relazioni famigliari, sociali e nel rendimento scolastico e lavorativo. È un fatto che la maternità sia un momento "critico" per la rottura del precedente equilibrio e come possa  presentare difficoltà non sempre riducibili al problema, peraltro estremamente importante, della "gestione pratica del neonato".
     Proporrei alle aziende di considerare la possibilità di un sostegno in più alle neomamme, traducibile, per esempio, in uno sportello di aiuto speciale: “uno spazio” di consultazione per la neomamma lavoratrice che si sta ponendo il problema delle  modalità del suo rientro o magari anche quello della rinuncia al ruolo lavorativo. “Un rapporto” attraverso il quale valutare tutti gli aspetti della personale situazione per trovare la soluzione più adatta al caso. “Un punto di riferimento” per orientarsi nelle scelte pratiche che possono facilitare il rientro in azienda, scelte importanti poiché comportano delle ricadute sulla relazione con il neonato e pertanto sull'equilibrio psicologico della madre “Un luogo protetto” dove possano essere accolte le difficoltà , anche inattese, nella relazione madre-neonato (vedi articolo “Luci ed ombre nella maternità”).
     Voglio concludere queste riflessioni con un appello alle neomamme che hanno un ruolo nell'azienda, entrate nel Forum di www.neomamme.tk e comunicatemi cosa pensate della mia proposta. Mi piacerebbe anche conoscere qual è attualmente la politica di sostegno alle neomamme della vostra azienda o i progetti in tal senso (specificate il vostro ruolo e le dimensioni dell'azienda in termini di numero dei dipendenti).

 
 
 
 
 
         
     
   
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