SI AVVICINA IL SANTO NATALE...
di Gaudenzio Rovaris
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Leggendo i titoli dei quotidiani di questi ultimi tempi è difficile ipotizzare un periodo dell’anno in cui tutti dovrebbero essere più felici, più buoni… “Basta: e uccide il figlio difficile”; “Ragazzine di 12 anni in discoteca a caccia di sesso…”; “Sangue sulle strade…”; ”Delitto di Perugia…”; “Attentato agli Italiani in Afganistan: così ho visto morire Daniele”; “Welfare: lavori usuranti, contratti a termine, lavoro a chiamata… non si arriva alla terza settimana con gli stipendi… e con le pensioni minime… neppure alla seconda!”; “Molti non riescono a pagare il mutuo impazzito della casa e rischiano di esserne espropriati”; “Divergenze nel centro sinistra”; “Ectoplasma il centro destra”; “Manifestazione a Cittadella contro i Rom”; “Contromanifestazione a favore dell’accoglienza” e via di seguito, solo per restare in Italia e per limitarci ai quotidiani di oggi, 26 novembre. Non è che all’estero si stia molto meglio, ma a noi al limite interessa casa nostra. Dove andremo a finire?
Tutti parlano di riforme e di sostegno ai più deboli, ai quali doveva essere distribuito il famoso tesoretto, di cui non si parla più, perché qualcuno più o meno larvatamente se ne è già appropriato. Parlo spesso anche con i giovani, soprattutto quando ne incontro di seri e speranzosi nel futuro: fanno fatica a sperare nel loro domani e si domandano perché debbano studiare e sacrificarsi per poi dover affrontare un lavoro precario, difficilmente rispondente allo studio compiuto e con retribuzioni che non lasciano illusioni di poter superare la fase di “…bambocci mantenuti dai genitori” di padoana memoria. Chissà come mai lui riesce a non essere un bamboccio mantenuto dai genitori… con… i… mille… euro mensili del suo stipendio da ministro, ma forse lui è un “bamboccio” che manteniamo tutti noi!
Comunque tra un litigio e l’altro il governo si mantiene a galla con riunioni notturne (e contrattazioni di interessi di parte), con tentativi reiterati e ormai un po’comici di spallate, di occhiolini tra rappresentanti di maggioranza e di minoranza, con accuse reciproche di compravendita di senatori. Solo Prodi è tranquillo: va tutto bene, dice lui, che probabilmente teme solo l’amico Veltroni, tanto che plana velocemente in ogni manifestazione a cui questi partecipa. Probabilmente le continue esternazioni di fiducia non richieste sono per il povero Prodi una “excusatio non petita…” e gli richiamano la figura di Caronte, il traghettatore infernale.
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