SECOND LIFE E I RISCHI DI UNA VITA VIRTUALE
                                 di Graziano Paolo Vavassori

     In “Second Life” si fa sul serio. Gli elementi principali sono: un mondo virtuale completo, che può contare su 2000 server Linux in tutto il mondo, un personaggio virtuale, chiamato Avatar, e denaro vero. Sì, nel gioco virtuale realizzato dalla Linden Labs nel 2003 si possono acquistare oggetti e venderli, dove per oggetti si intendono anche isole, palazzi, case ecc… con il virtual money Linden Dollars. Il fatto è che questa moneta può essere convertita in veri dollari americani.
     Le preoccupazioni che nascono intorno a questo allucinante Internet game sono assolutamente concrete ed iniziano con un impressionante incremento di utenti registrati, ovvero giocatori: da un milione a gennaio 2007 a sette milioni a giugno 2007. Non di meno, sono sessanta le scuole e le università che partecipano a Second Life. L’università del Texas nel 2006 ha acquistato per prima un’isola. Tanto per chiarire, acquistare un sito, inteso come luogo non come dominio web, significa pagare con denaro vero uno o più server che diventano personali e che si pagano in relazione al tipo di hardware ed allo spazio disco occupato.
     Ci sono talmente tanti soldi in ballo che Microsoft sembra essere in trattativa con una software house americana per la realizzazione di un Internet game simile il quale, naturalmente, potrebbe essere attivo sulla Xbox 360. Per poter giocare esiste l’Avatar Basic, gratuito, ma ben presto si scopre che per trarre un minimo di soddisfazione dal mondo virtuale è bene spendere 9,95 $ per un account addizionale. Se il gioco poi vi intriga, con una spesa massima di 72,00 $ potete giocare un anno intero. Dietro al pagamento dell’abbonamento vi sono un minimo di 250 Linden Dollars per l’utente Basic, fino a 1000 per il Premium, il quale comprende un appezzamento di terreno… virtuale. Quindi, 72,00 $ per settemilioni di utenti… 504.000.000 di dollari potenziali!!! Ecco spiegate le nuove iniziative di creare marchi virtuali, fare pubblicità virtuale, insomma, organizzare marketing in Second Life per guadagnare soldi veri. Di sicuro qualcuno sta già facendo politica; ci hanno pensato i francesi, ma anche un italiano particolare: Antonio Di Pietro, con il suo partito “L’Italia dei Valori”.
     Chiaro, dove ci sono soldi nascono inganni, intrighi e truffe. Era dunque necessario realizzare delle leggi o meglio importare nel mondo virtuale le leggi reali, come quelle sul gioco d’azzardo, per fare un esempio, ma anche chi le deve fare rispettare. L’FBI organizza in Second Life dei corsi per arruolarsi. L’FBI,

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