L'IPOCRISIA DEL COSTO DEL CARBURANTE
di Omar Gabbiadini - Consulente Tributario
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È notizia fresca, anche se non troppo, che il prezzo del greggio è di nuovo alle stelle e sta raggiungendo i massimi storici. Non se ne può più, ma sembra che ai nostri governanti le maxi stangate non influenzino. Non è tutta colpa loro, ma sicuramente alcuni interventi strutturali andrebbero fatti, come la riduzione delle Accise o altro, ma non nell’ordine dei 20 centesimi di euro, sarebbe una presa in giro. È vero che lo Stato più aumenta il prezzo e più incassa, ma si stanno raggiungendo limiti disumani. In Italia, dove poi tutto gira sul petrolio, dal trasporto all’energia… i poveri cittadini pagano fino all’ultima goccia. Qualche tempo fa scrissi un articolo sulla composizione e la natura del prezzo del greggio, ma vista l’attualità è forse doveroso riprendere lo scritto e analizzare quanti soldi vengono rubati dalle nostre tasche.
Il prezzo indicato alla pompa, dal quale il gestore della stazione di rifornimento deve ricavare un introito per sopravvivere, siamo nell’ordine di qualche centesimo al litro, può sostanzialmente essere suddiviso nelle seguenti componenti:
a) Costo del prodotto e margine di guadagno;
b) Accise (cioè tutte le imposte di cui il prodotto è gravato, siano esse di carattere locale, regionale o statale);
c) Imposta sul valore aggiunto, IVA, uguale al 20%.
Ragionando per grandi numeri, si può sostanzialmente dire che la prima voce grava per il 30% sul prezzo complessivo, la seconda pesa per il 50% e la terza incide per il 20%. Questo aspetto mi porta ad un’altra considerazione: paghiamo un 20% di Iva su un 50% di Accise. Un’ imposta su un’imposta… che incide notevolmente sul prezzo finale. Non vi pare l’ennesima presa in giro?
Andando ad esaminare la prima voce, possiamo concludere che essa è formata da:
1) costo del prodotto raffinato; questa voce comprende l'acquisto del greggio, il suo trasporto in raffineria, la lavorazione industriale per la produzione del carburante desiderato ed il margine della raffineria stessa. Il prodotto può essere raffinato in Italia, oppure essere comprato già raffinato all'origine e trasportato in Italia, normalmente via nave;
2) costo di deposito del prodotto su deposito costiero; una volta acquistato il prodotto finito, che nel nostro caso è un carburante, questo viene depositato in giacenza prima della distribuzione alla rete di vendita. Detto deposito viene
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