realizzato in appositi siti che, per motivi di economia, si trovano in aree extradoganali, in maniera tale che il pagamento delle tasse avviene solo nel momento in cui il carburante va alla distribuzione vera e propria, mentre nel periodo di giacenza in stoccaggio si paga solo il proprio costo industriale;
3) trasporto primario;
4) costo di stoccaggio su deposito interno;
5) trasporto secondario; dallo stoccaggio su deposito costiero o analogo il prodotto può andare direttamente alla rete di distribuzione, cioè al distributore stradale da cui noi acquistiamo, oppure passare per uno stoccaggio intermedio di dimensioni molto più piccole rispetto al primo, dove il prodotto è già stato gravato di tutte le tasse alle quali è soggetto. Tale sito serve come punto intermedio per comodità di distribuzione. In questo caso, per arrivare al distributore stradale occorre un ulteriore trasporto, normalmente fatto mezzo autotrenobotte.
6) spese di ufficio;
7) spese del punto vendita;
8) margine del gestore.
     Come accennato prima, al fine di lanciare la nostra economia servono interventi mirati e urgenti per abbassare tutti quei costi inutili e soffocanti che gravano sul combustibile e, contemporaneamente, sviluppare carburanti o fonti alternative più pulite ed economiche. Infatti, da voci di corridoio ministeriale, sembrerebbe che per tenere pulita l’aria e ridurre l’inquinamento la strategia che verrà adottata sarà quella di un ulteriore aumento del prezzo alla pompa, al fine di ridurre i consumi e pertanto l’utilizzo del carburante. Peccato che la macchina o il riscaldamento domestico non li usiamo solo la domenica o nei i giorni di festa, bensì anche per altre incalcolabili e svariate esigenze.
     Non ci resta che stare a guardare, tanto non possiamo fare altrimenti.

     Per eventuali chiarimenti ed approfondimenti potete scrivere alla redazione oppure contattarmi direttamente tramite la mia e-mail:      gabbiadini@tim.it