Ci racconti l’emozione della tua prima esibizione, il debutto sul palcoscenico del Bepi?
“Me ne ricordo due, fondamentalmente. La prima è stata quando abbiamo deciso di creare il Bepi & The Prismas; il Bepi c’era già, si è aggiunta la band. Abbiamo inciso un disco ‘Numér du’ e lo abbiamo presentato in un teatro di Clusone, il Teatro Tomasini, solo quattrocento posti. Quel giorno dovettero mandare indietro parecchie persone perché il teatro era colmo. Ne siamo rimasti molti sorpresi, chi avrebbe mai immaginato un successo del genere? Dopo qualche mese, ad Alzano Lombardo, mentre aspettavamo di andare in scena, dieci minuti prima dello spettacolo si è sentito un boato sotto il tendone e noi siamo entrati a vedere cosa fosse successo, pensavamo fosse caduta qualche
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infrastruttura… Invece avevano spento le luci. Il concerto stava per cominciare… e più di cinquemila persone ci stavano aspettando! Non ci rendevamo conto che loro ci conoscevano già, conoscevano le nostre canzoni e non vedevano |
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l’ora di cantarle, mentre io, invece, mi stavo arrovellando il cervello su come ingraziarmi il pubblico, con l’intenzione di spiegare chi era il Bepi e cosa cantava! Mi sono trovato veramente in pochi minuti, travolto. Una sensazione strana per uno che ha cantato anche per i tavoli e le sedie vuote. Prima del Bepi ho tenuto circa cinquecento concerti, concerti per modo di dire, in un angolo con la mia chitarra, in bar con nessuno davanti; quando mi andava bene c’erano anche una cinquantina di persona, quando andava male cantavo davvero davanti alle sedie vuote… ti fai le ossa perché mandi giù bocconi davvero amari, ma quando poi un giorno esci e ti trovi davanti cinquemila persone che ti osannano, pensi che allora a qualcosa è servito!”
Nei tuoi sogni c’è un palcoscenico dove ti piacerebbe esibirti?
“In realtà una delle mie filosofie è sempre stata quella di non aspettarmi troppo e godere di tutto quello che arriva. Così facendo non si rimane mai delusi ed è un buon modo per rimanere con i piedi per terra. Potrei dirti, mi piacerebbe suonare all’Olimpico e vederlo pieno, se domani me lo proponessero sarei di certo entusiasta, ma se mi dicessero ‘baratteresti dieci anni di palcoscenico alla |
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