parlato. Non mi sento il paladino del dialetto, di certo non lo salverò da morte certa, ma forse con le mie canzoni gli ho allungato un po’ la vita… I bambini che vengono al mio concerto si incuriosiscono e cantano le mie canzoni in dialetto…”
Il Bepi si esibisce con la band “The Prismas”. Semplice corollario o parte integrante del Bepi?
“Il contributo dei Prismas è soprattutto umano e poi musicale. Il bello della nostra band è che abbiamo vissuto tutti insieme, con enorme stupore, il dilagare di questo successo che andava oltre ogni nostra aspettativa. Siamo partiti senza un vero e proprio obiettivo, ma solo con la voglia di fare musica e di farla in maniera spontanea, come fa un vero gruppo di amici. Alla base, però, per molti di
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loro ci sono anche precisi studi in musica, non ci siamo improvvisati… Il fatto che il Bepi & The Prismas non siano solo un fenomeno folckloristico ma creino della buona musica da ascoltare è un altro dei segreti del nostro successo. La qualità della band ha di |
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certo aiutato a conquistare dei fans, insieme all’armonia che regna nel gruppo.”
Testi e musica sono tuoi. Qual è la tua fonte d’ispirazione?
“La realtà di tutti i giorni, focalizzare l’attenzione laddove nessun altro mai penserebbe di scriverci una canzone. La vita è fatta di tante piccole cose, che poi così piccole non sono visto che tutte insieme ci cambiano l’esistenza. Se a questo uniamo la mia voglia di fare ironia costante, troviamo terreno fertile per far nascere le canzoni.”
Il Bepi, cantando della vita di tutti i giorni, affronta anche temi molto seri…
“Già in passato altri grandi, come Jannacci e Gaber, hanno fatto una cosa del genere: far sorridere con una punta di amarezza, di riflessione, dà più spessore alla comicità, pur non disdegnando quella comicità più idiota, che però non è detto sia di cattivo gusto… Anche io prediligo questo tipo di comicità, a volte sul palcoscenico si ride proprio per un niente, mentre altre volte faccio semplicemente sorridere, ma è intenzionale, una sorta di riso amaro, una presa di coscienza dei propri difetti con sempre una punta di ironia.” |
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