nomi. Si nasce non per propria volontà in un posto. Quando ci si accorge che la propria vita e la propria personalità sono influenzati da tutto quel che questo luogo rappresenta già si fa un primo passo verso quello che possiamo definire un ‘rapporto’ tra te e lui. Il bisogno/desiderio di fissare, anche parzialmente, questo rapporto, attraverso il proprio operato, credo sia quello che accomuna i vincitori di questo premio.”
     Qual è il segreto o l'ingrediente che in pochi anni ti ha portato, giustamente, ad essere considerato come “il fenomeno musicale dei palcoscenici bergamaschi”?
     “A parte una bella percentuale occupata dall'onnipresente ‘non ne ho idea’, io credo che sia stata una sorta di equidistanza tra tutte le persone e le cose con le quali ci si rapportava. Vicino alla gente, ma non così tanto da non far accorgere gli altri, quelli un po' più snob (a parte i senza speranza) che forse c'era un lavoro un po' più approfondito a monte, vicino alla musica, quella interpretata seriamente e spesso al passo con i gusti di chi la musica la ‘vive’ ogni giorno, ma non così ‘alternativo’ da risultare indigesto ai ‘gusti semplici’, vicino a certi intellettuali come a chi non ha mai letto un libro, vicino al cabaret, ma anche, perché no, al cantautorato o all'adrenalina del rock più pesante. Vicino ai giovani, ma non così tanto da risultare incomprensibile o assurdo per gli anziani. Equidistante, appunto.”
     In realtà quest'anno non è il primo Premio che ricevi, l'altro ti è stato consegnato per il brano “Pase zo” e come recita la motivazione è il "riconoscimento regionale per aver lanciato un messaggio di attenzione al dramma delle morti bianche sui luoghi di lavoro". Ce ne vuoi parlare?
     “La bravura e l'autostima, per fortuna, non dipendono dai premi, almeno nel mio caso. Mi piaceva quel che facevo anche quando non mi filava nessuno. Chiaro che fa piacere avere la prova di piacere anche agli altri, ma forse la soddisfazione maggiore è immaginare la faccia di chi mi reputa un bue o un idiota mentre legge queste notizie sul giornale, ma non credo comunque che cambierà idea...”
     Quanto e come si spartiscono questi due premi Tiziano Incani e il Bepi?
     “Beh, 50 e 50, ma siccome tra i due c'è sempre più sinergia direi anche 100% entrambi.” Quindi il 2008 un anno dal bilancio positivo per il tuo lavoro… “Sì, certo. Lamentarsi è davvero un peccato.” Ma per il 2009 bolle in pentola qualche progetto, qualche programma che ci puoi o ci vuoi anticipare? “Tante cose. Alcune, forse, sono troppo velleitarie perché trovi l'energia e la voglia per

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