BRESCIA: LA BIENNALE INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA
                                  di Cristiano Calori

     A Brescia, in diverse sedi della città, il Museo Ken Damy in collaborazione con il comune di Brescia ha organizzato la Biennale Internazionale di fotografia dal titolo “In qualche parte del mondo”, una grande rassegna che rimarrà aperta fino al 12 Settembre 2008. La mostra ambiziosa, di grande respiro e raffinata, parte dall’Ottocento ed arriva ai maggiori autori contemporanei ed è stata curata da Ken Damy, artista, fotografo e gallerista bresciano dal lungo curriculum nell’ambito della fotografia. Le sedi che ospitano i lavori sono il Museo di Santa Giulia, il Castello, alcune Gallerie private bresciane, la sede del Museo Ken Damy con il rinnovato Spazio Contemporanea - Spazio Clerici e diversi altri luoghi minori sparsi per la città.
     Giunta alla quarta edizione, essa affronta il tema della fotografia come mezzo per interpretare il mondo e i paesi lontani. Nel museo di Santa Giulia vengono presentate numerose collezioni racchiuse in alcune sezioni tematiche: “Luci della città", che è l’inizio del percorso della Biennale, espone alcuni ritratti di Nadar del 1855 e di altri validi autori del medesimo periodo. Nadar, lo ricordo, fu colui che nel 1874 e successivamente espose per primo i lavori degli impressionisti francesi, i quali tutte le accademie rifiutavano. La Francia è qui ampiamente presente con numerose albumine e carte salate di grandi dimensioni, palazzi, castelli e la città di Parigi, nei sui angoli più belli. Sul finire del secolo Atget, qui ricordato, iniziò una catalogazione, termine oggi di moda, di tutte le vie minori, di tutti i negozi, di tutte le insegne e se oggi conosciamo anche la vita comune della grande Ville Lumiere è merito suo; autori di cui non conosciamo ancora il nome, ma sicuramente validi professionisti del periodo, stiamo parlando del 1870-80, girarono in lungo e in largo la Francia, per documentare lo stato dei lavori pubblici che stavano modernizzando il paese e il modo di vivere: ponti, strade, bonifiche.
     Il Giappone, visto attraverso le albumine colorate a mano dai validi fotografi della scuola di Fukasawa, ci introduce nella tematica vera e propria di questa Biennale. Paesi lontani, culture diverse dal Nepal al Nord Africa, agli Stati Uniti si fanno conoscere attraverso gli scatti di coraggiosi fotografi che intrapresero faticosi e lunghi viaggi che potevano durare anni, dando inizio alla globalizzazione visiva. Molti di questi fotografi, di origine europea, si innamorarono di questi Paesi ed aprirono studi ad Algeri, a Tunisi ed al Cairo. Alla fine dell’Ottocento, il commercio in Europa di immagini orientali, dipinti, ma anche di fotografie, diventò un vero e proprio business e un orientamento del

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