gusto che condizionò molti intellettuali e artisti del periodo, i quali si definirono appunto “orientalisti”.
     Diverso il caso dell’America, dove la fotografia era già diffusa; in mostra troviamo alcune rare immagini di città tra cui San Francisco e New York alla fine dell’Ottocento. Dell’Europa una stringata, ma molto efficace, esposizione con splendide albumine di architettura di grande formato. L’Italia è rappresentata da una curiosa mostra di 140 piccole albumine del premiato stabilimento Ganzini, che furono realizzate per l’esposizione industriale italiana del 1881 a Milano: “costumi delle varie regioni italiane”.

     L’Ottocento termina con una sezione di cento curiose fotografie in “3D” pubblicate a fine secolo a New York: esse si possono ammirare con apparecchi originali, immagini riprese un po’ in tutto il mondo, dagli Indiani d’America agli animali esotici in Brasile, una piccola esperienza nella fotografia tridimensionale d’antan che tanta meraviglia e stupore suscitò all’epoca.
     La fotografia del ‘900 inizia con la sezione “American West”, dedicata agli Indiani d’America, di Edward Sheriff Curtis, personaggio mitico. L’impresa ciclopica di Curtis, pubblicata in quegli anni in raffinati portfolio, con il suo amore per i nativi americani decimati dalla conquista del West e rinchiusi nelle riserve, rimane uno dei capisaldi
della ricerca antropologica, venti anni di lavoro con difficoltà di lingua, con incomprensioni dovute alla ovvia diffidenza nei confronti del “nemico bianco con la scatola magica che ruba l’anima”, senza strade e con la pesante apparecchiatura, chimici compresi, trasportata su un carro. Tutto questo ci permette ancora oggi di conoscere e vedere usi e costumi di un popolo tra i più fieri e ribelli. La sezione si chiude con un omaggio di Jeff Dunas: dieci stupendi ritratti di un gruppo di nativi americani con i costumi tradizionali impegnati a tramandare le tradizioni della loro gente in giro per gli Stati Uniti.
     La sezione Latino Americana è quella numericamente più corposa: Martin
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