disponibile su Youtube (www.youtube.com/watch=MarcoLodola).
     Tornando all’affermazione iniziale di Red Ronnie, molta della cultura contemporanea è figlia della memoria collettiva che passa per la musica leggera, per il Rock e per tutto ciò che gli gravita intorno. A pensarci bene la musica contemporanea è una forma di diffusione popolare della cultura, che nessun altra epoca storica ha vissuto: i poeti, gli artisti e gli scrittori nei tempi passati si rivolgevano ad una ristretta cerchia di persone, alle élites, oggi i mass media rendono molto più capillare e popolare la diffusione della cultura attraverso gli autori della musica e delle canzoni e questo vale per tutti i musicisti, da chi ha la puzza sotto il naso e si esibisce solo in teatri a numero chiuso a chi va a promuovere il disco nuovo a “Domenica In”. Anni fa sentii affermare in un intervista da Giampiero Mughini, intellettuale anticonformista e raffinato con il quale condivido un’insana passione per il bianconero, malattia che ha pure Lodola (altro gobbo) di cui conservo gelosamente il catalogo con dedica “a Cristiano, fratello bianconero” della mostra “Juventus 110 anni a opera d’arte”, che se Raffaello e Michelangelo fossero nostri contemporanei “probabilmente” sarebbero registi o fotografi. L’ affermazione mi fece riflettere sull’imprinting che oggi hanno alcune forme di arte sulla società stessa e che condivido: e se Giacomo Leopardi fosse nostro contemporaneo? “Probabilmente” scriverebbe canzoni. Chissà.                                   cristiano.calori@fastwebnet.it

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