giunta Bruni è, quindi, sotto la lente di ingrandimento anche per quanto concerne l’adozione di altre misure finalizzate a reprimere pratiche sulla prostituzione o sull’occupazione abusiva degli immobili, temi che certamente susciterebbero presumibili levate di scudi. Se, comunque, Rifondazione dovesse opporsi strenuamente ai contenuti di future ordinanze in materia di controllo del territorio, la vita dell’esecutivo cittadino andrebbe incontro al severo giudizio dell’elettorato e le “chanches” di riconferma di Bruni rischierebbero di tramontare.
     La verità è che poco sembra essere cambiato in città rispetto ai dichiarati interventi di contrasto alle pratiche di abusivismo in generale, dal commerciale ai parcheggiatori e mendicanti, che confermano come le battaglie si combattano principalmente sui quotidiani e sui palinsesti televisivi. Ciò evidenzia un problema tipicamente italiano e che trova la propria ragion d’essere in una passiva e colpevole accettazione di pratiche contrarie alla convivenza sociale e che si sono ormai radicate nelle abitudini quotidiane per inerzia delle amministrazioni e per la mancanza di controlli costanti da parte delle forze dell’ordine. I proclami delle forze politiche locali profumano, quindi, pur se condivisibili, più di diktat strategici che di effettiva volontà di portare avanti un progetto di sicurezza sociale, mai effettivamente decollato.
     Gli scenari che, pertanto, sono in predicato di delinearsi per questa ultima fase della legislatura di Bruni non paiono avvolti dall’ottimismo se si pensa che l’ostruzionismo di Rifondazione potrebbe alla fine determinare un’implosione all’interno della maggioranza, impedendo l’adozione di provvedimenti necessari da spendere nell’ottica di una potenziale riconferma in sede amministrativa. Ed è proprio nella prossima sfida elettorale per la riconquista di Palazzo Frizioni che Bruni e la sua squadra dovranno dimostrare di aver correttamente recepito gli umori della cittadinanza, abiurando interventi maldestri di qualche consigliere che ha palesemente dimostrato di non aver particolarmente a cuore le legittime preoccupazioni dei cittadini nella delicata materia in discussione.
     Il fatto di sostenere che l’emergenza sia una questione completamente infondata nella città orobica, come d’altronde dimostrano i recenti dati diffusi dalla prefettura e dalla procura, conduce inevitabilmente a pensare che i consiglieri e, di riflesso, l’amministrazione cittadina ritengano inutile confrontarsi con “l’uomo della strada”, che, per antonomasia, dovrebbe costituire il termometro dell’umore collettivo. Bergamo rappresenta ormai un contesto maturo per ribaltoni politici e il tema sicurezza, nell’attuale momento storico già pervaso da problemi che attanagliano l’economia globale, rappresenta un argomento di grande rilievo elettorale che un movimento come la Lega, proiettato sempre più alla conquista delle amministrazioni della città del nord, intenderà sicuramente cavalcare per acquisire i necessari consensi.

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