Infatti, la realtà di Montichiari, nelle aspettative dei suoi sponsor e nella logica che verosimilmente avrebbe spinto la società di gestione a duellare con la consorella di Orio al Serio, era destinata, checché se ne dica, ad oscurare quella di Bergamo perpetuando quella fastidiosa subalternità che per anni ha relegato la città orobica in un limbo di immobilismo. Fortunatamente, i destini dell’aeroporto orobico sono noti a tutti e contestualmente anche i fattori industria e commercio, beneficiati dalla presenza di tale infrastruttura, hanno contribuito a rafforzare il ruolo cittadino in contrapposizione alle scelte operate da una certa classe dirigente bresciana. Quest’ultima, consapevole di un ruolo ormai consolidato, ha deciso, infatti, di guardare temerariamente e presuntuosamente verso più appetibili orizzonti finanziari, dimenticando colpevolmente proprio quel settore industriale che Bergamo ha difeso strenuamente, stimolandolo con la competizione e puntando sull’innovazione.
     La costruzione del Polo scientifico tecnologico, alle porte della città, è la prova di questa scelta che pone il capoluogo orobico in un contesto di grande fermento nazionale e di attenzione europea. Anche l’aver promosso la cultura e la valorizzazione dei monumenti cittadini ricade in una oculata pianificazione amministrativa che ha voluto puntare sulle risorse locali come punto di ulteriore sviluppo. In questo, Bergamo sta sempre più facendo propria la filosofia europea delle grandi e medie città del vecchio continente le quali, puntando sulla valorizzazione del paesaggio urbano, hanno imparato a governare e guidare i cambiamenti della vita socioeconomica.
     Anche se Bergamo appare ancora la città delle banche, disseminate su tutto il territorio comunale e costantemente in predicato di occupare gli spazi di attività commerciali cessate, un cambio di mentalità è certo avvenuto anche se ciò difficilmente trasformerà i viali cittadini nelle luccicanti ramblas catalane che evocano la movida notturna, sintesi di quello stile di vita non adatto al silenzioso e sfuggente cittadino orobico. Da questo favorevole insieme di valutazioni si può ormai trarre la certezza che Bergamo ha sempre avuto pregi e peculiarità per troppo tempo sottovalutati ed inibiti dalla mancanza di coraggio di scelte amministrative anche audaci o forse in attesa che il processo di globalizzazione spingesse le istituzioni locali a lanciarsi in progetti epocali di cambiamento che, nell’effervescenza commerciale di una provincia operosa, hanno trovato impulso e sostegno.
     Bergamo ha oggi saputo cogliere le sfide di questo processo globale e non si è

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