fegato e i muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio. Tuttavia, a seguito di un’intensa attività fisica, l’acido lattico può essere prodotto in quantità eccessiva e gli organi non riescono più a metabolizzarlo in tempi brevi: si accumula nel sangue fino a raggiungere livelli tali da  generare una sensazione di affaticamento e indolenzimento di tutto il corpo, con successiva incapacità immediata ad effettuare altri sforzi locali, in quanto i muscoli danno la sensazione di “bruciare”.
     Questa sostanza viene prodotta dal nostro organismo quando i muscoli vengono sottoposti a sforzo intenso in assenza di una corretta ossigenazione. Allora perché molti allenatori costringono i loro atleti ad esercizi intensi ma di breve durata? Molti atleti impegnati in discipline anaerobiche lattacide (la corsa breve, per esempio, dove la durata dello sforzo è compresa fra i 30 e i 200 secondi) sono costretti ad effettuare le loro gare in una situazione di massima produzione di acido lattico, con tempi di recupero molto brevi, pertanto la loro performance è legata alla massima ottimizzazione del sistema di tolleranza e smaltimento dell’acido lattico a livello ematico, muscolare ed epatico.
     Come dicevamo prima, quando il sangue non riesce più a smaltire in tempi brevi l’acido lattico, quest’ultimo si accumula e, continuando a mantenere alta l’intensità dell’esercizio fisico, viene raggiunta la soglia del lattato, definita come il punto nel quale la concentrazione di lattosio nel sangue è tale che l’organismo non lo può più metabolizzare. Questa soglia è l’indicatore del potenziale di resistenza muscolare dell’atleta in quanto la presenza di acido lattico nei muscoli determina uno stato di intossicazione cellulare che si traduce in stanchezza fisica: tanto più alta è la soglia di intossicazione che l’atleta riesce a raggiungere migliore è la sua resistenza alla fatica. Nei programmi sportivi vengono inseriti allenamenti specifici da effettuarsi al limite della “soglia anaerobica”, per esempio nella corsa equivale a correre a passo sostenuto in modo da indurre l’organismo a produrre più lattato ed aumentare la propria capacità di smaltirlo. Qualche trainer sostiene che sia necessario correre almeno per 30-40 minuti al limite della soglia anaerobica per sviluppare la tolleranza al lattato, altri sostengono che bisogna invece fare cicli da 10 a 20 minuti variando la velocità della corsa, per un’ora circa.
     Si tratta di una sostanza nociva prodotta solo in caso di eccessivo fitness, quindi? Per molto tempo si è pensato che fosse così, ma recenti studi hanno dimostrato che piccole dosi di acido lattico vengono prodotte sempre, anche quando leggiamo, scriviamo, camminiamo o corriamo lentamente, ma le cose

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