C'è un filo rosso che unisce le opere di Andrea Vitali, un “trait-d'union” che non è un personaggio, eppure pervade ogni singola pagina. È il lago di Como, che in un punto sulla sponda orientale lambisce con le sue acque tranquille il paese di Bellano. Il piccolo centro lecchese è il paese natale di Vitali, il quale tuttora vive ed esercita la professione di medico di base in questo tranquillo paesino.
Autore di vari romanzi, sempre ambientati a Bellano, come “Olive comprese” e “Il segreto di Ortelia”, per citare i più recenti, Vitali ha pubblicato per Garzanti la sua ultima fatica, “La modista”.
La modista del titolo è la signora Anna Montani, vedova o così pare, di un combattente sul fronte russo. Sola, avvenente e intraprendente, la Montani passa da un amante all'altro con una sola, incrollabile volontà: trovare l'uomo che le permetterà di sistemarsi e vivere finalmente come una signora, ma la bellezza della donna non lascia certo indifferenti i compaesani, incluso il maresciallo Accadi, neocomandante dei carabinieri. Convinto dalla donna ad aiutarla ad indagare sulla scomparsa del marito, dato per disperso alla fine della guerra, Accadi si tuffa in questo nuovo incarico, nella speranza di ingraziarsi la bella modista; ma la tranquillità non dura a lungo. Quando, infatti, una serie di tentati furti allarma l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Balbiani, Accadi e il suo ansioso appuntato Marinara devono tentare di far luce sugli incresciosi incidenti. Tra segreti e sotterfugi, tra vita quotidiana ed azioni straordinarie degli abitanti di un paesino di qualche migliaio di anime, la vicenda della Montani verrà svelata, con un finale tutto da gustare.
È una scrittura che sa di lago, quella di Vitali. Fresca, pulita, ma nello stesso tempo precisa e incisiva. Ogni libro è un ritorno al paese, nel senso più nostalgico del termine; cambia l'epoca, cambiano i personaggi, ma la sensazione di confortevole familiarità è sempre la stessa. Potere di un luogo che sa rendersi immutabile pur modificandosi nella facciata, così come il lago che resta sempre lì, al centro del libro, immobile e presente come una statua. È il lago che definisce gli umori della gente che ne abita le rive, è sempre il lago che, come la luna shakesperiana, “quando si avvicina troppo fa impazzire tutti”. Quando la notte cala e la superficie dell'acqua diventa nera e confusa con le montagne sullo sfondo, è l'ora dei pensieri cupi, dei segreti e dei ladri; è l'ora delle tresche amorose e di tutto ciò che anima, evanescente come l'aria che ne raccoglie i pettegolezzi, il chiacchiericcio delle signore al mercato, il giorno seguente.