AUTUNNO CALDO, TIEPIDO, FREDDO
                                  di Gaudenzio Rovaris

     La stagione che ormai sta lasciando il posto all’inverno ci ha offerto una temperatura mite che ci ha aiutati a risparmiare un po’ sul riscaldamento ed a godere di qualche passeggiata salutare sui nostri colli: un vero autunno tiepido!
     Ci era stato prospettato un autunno caldo (dal punto di vista sindacale…); purtroppo è stato infuocato da una situazione internazionale che ha visto in successione il fallimento (o qualcosa di simile) di Bear Stearns, Indy-Mac, Lehman Brothers, Washington Mutual, Wachovia, Fannie Mae… con le relative ripercussioni sulle borse di tutto il mondo e, in particolare, sulla crisi conseguente di molte aziende e sui risparmi dei piccoli investitori con relativi problemi sociali. Così, un autunno preannunciato caldo dal punto di vista sociale, tiepido nella situazione meteorologica è diventato freddo, se non gelido, per tante famiglie che, oltre a vedere quasi scomparire le illusioni di piccoli guadagni in investimenti, hanno constatato il dimezzarsi (se non di più) dei loro piccoli risparmi di una vita oltre al concretizzarsi di una realtà occupazionale che si sta rivelando più tragica del previsto (per quanto ci riguarda da vicino, per la prima volta nella nostra provincia si parla di recessione, di ricorso sfrenato ad ammortizzatori sociali, di licenziamenti in massa e di delocalizzazione di aziende all’estero).
     I governi cercano di concordare soluzioni, ma forse la vera causa sta ancora una volta nelle riflessioni del mio amico contadino suggerite da una saggezza semplice quanto antica: “I fa i solc adoma chi laura mia… A spol mia ‘nda ‘nanc icè!” [Fanno i soldi solo quelli che non producono… non si può andare avanti così].
     In effetti una ricchezza virtuale poggiata solo su carta, … e spesso neppure su quella, ha portato a questo sconvolgimento. La globalizzazione ha inoltre “invitato” gli imprenditori ad investire in paesi in cui la manodopera è molto economica, non ci sono ostacoli di carattere sindacale, né di sicurezza. Probabilmente però il vero problema che sconvolge il mondo sono la mancanza di valori che si è impadronita dell’umanità e la spasmodica ricerca del profitto e dell’immagine: in Italia sono spariti i grandi mecenati (sono rimasti praticamente solo quelli del calcio…) e gli imprenditori che abbiano a cuore i loro operai si contano sulle dita di una mano. Siamo diventati solo dei numeri e delle marionette di un teatro senza logica e forse senza futuro!

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