sistema globale per compensarle. Infine, i Paesi firmatari andranno incontro a delle sanzioni se mancheranno di raggiungere gli obbiettivi prefissati, i quali, per gli Stati in via di sviluppo, sono più flessibili.
     Affinché il protocollo diventi obbligatorio a livello internazionale deve essere ratificato da almeno cinquantacinque Paesi. Con la firma della Russia, nel novembre 2004, il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore a partire da novanta giorni dal raggiungimento del numero minimo di Paesi aderenti; è accaduto il 16 febbraio del 2005.
     Come si evince da quanto scritto fino ad ora la macchina risolutiva che dovrebbe salvare il nostro pianeta è tremendamente lenta…
     Da un punto di vista tecnico, si parla sostanzialmente di CO2, ma non è corretto; diciamo che è comodo, semplicistico. Infatti, i gas responsabili dell’effetto serra, quelli ovvero che sono soggetti al protocollo, sono ben di più dell’anidride carbonica: Metano (CH4), Ossido di azoto (N2O), Idrofluorocarburi (HFC), Perfluorocarburi (PFC), Esafluoro di zolfo (SF6) e Mos. Se, giustamente, non si vuole imparare a memoria tutte queste sigle chimiche, per identificare con un solo termine i gas climalteranti è più corretto usare la seguente dicitura: “CO2 equivalenti”.
     I Paesi di una Comunità, come quella europea, sottoscrivendo il trattato hanno accettato di rispettare i livelli di emissione assegnati rispettivamente alla Comunità stessa ed a ciascuno dei suoi Stati membri in termini di tonnellate equivalenti di biossido di carbonio (CO2), previa determinazione dei dati definitivi di emissione dell’anno di riferimento e in base agli impegni quantificati di limitazione o riduzione stabiliti nell’allegato B del Protocollo di Kyoto.
     Veniamo al succo della questione: come siamo messi oggi? Premesso che l’impegno dei Paesi sviluppati a riportare, entro il 2000, le emissioni di gas inquinanti non incluse nel precedente Protocollo di Montreal allegato alla convenzione di Vienna sulla protezione della ozonosfera ai livelli del 1990 è stato insufficiente per conseguire l’obbiettivo di prevenzione delle interferenze antropiche pericolose per il sistema climatico, si è convenuto di intervenire, nel periodo successivo al 2000, integrando alla precedente convenzione l’applicazione del Protocollo di Kyoto.
     La Comunità europea ha ratificato, il 29 aprile 1998, il Trattato di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 9 maggio 1992, attuandolo con la decisione 2002/358/CE del Consiglio del 25 aprile 2002,

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