GLOBAL WARMING
Gli Stati Uniti invertono rotta ma l'iter dei negoziati rimane difficile
di Claudio Pelucco
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Nel corso dell'ultimo summit ONU sui cambiamenti climatici tenutosi lo scorso 22 settembre a New York, Barack Obama ha espresso tutte le sue preoccupazioni per le sorti del pianeta. Il discorso del presidente degli Stati Uniti, caratterizzato da una profonda presa di coscienza e da un forte senso di responsabilità sulle problematiche del global warming, ha segnato un netto allontanamento dalla linea politica adottata da George W. Bush, che a lungo negò l'evidenza dei fatti arrivando persino a censurare un migliaio di immagini satellitari testimonianti lo scioglimento dei ghiacciai di sei siti a rischio sull'oceano Artico.
Obama ritiene che gli effetti del surriscaldamento globale costituiscano una minaccia grave pressante e crescente che interessa tutti i paesi del mondo e che impone il dovere morale di agire rapidamente per salvaguardare le generazioni future. Le ultime indagini, infatti, prospettano uno scenario apocalittico. Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization), i futuri cambiamenti climatici peggioreranno le condizioni di vita nei paesi in via di sviluppo, portando ad una riduzione della produzione agricola dai 9 ai 21 punti percentuali (www.lanuovaecologia.it), mentre Legambiente stima in sei milioni il numero delle persone che ogni anno sono costrette a migrare per fuggire dai disastri naturali, dall'innalzamento del livello del mare alla progressiva desertificazione dei terreni. Secondo i calcoli dell'associazione ambientalista, nel 2050 gli eco-profughi saranno 200/250 milioni di persone e non è difficile immaginare quali drammatiche conseguenze potrebbe portare un esodo di questo genere sulle relazioni politiche intercontinentali.
La catastrofe può essere scongiurata solo attraverso l'adozione di misure concrete per la riduzione del tasso d'inquinamento dovuto alle emissioni di CO2 (anidride carbonica), per favorire il risparmio energetico e per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono proprio queste, in sintesi, le linee guida seguite dagli Stati Uniti i quali, a detta del loro presidente, hanno fatto di più per questa causa negli ultimi otto mesi che in tutto il resto della loro storia e continueranno ad impegnarsi costantemente per la soluzione delle problematiche ambientali. Tuttavia, sebbene le parole di Obama debbano essere lette come una svolta epocale nell'approccio americano alla questione, con il passare dei giorni le speranze di poter raggiungere un accordo vincolante sulla
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