Il 1° maggio 2007 partecipa con Loredana Bertè al tradizionale Concerto per la Festa del Lavoro in Piazza San Giovanni a Roma: un nuovo tour, questa volta al fianco dell’imprevedibile rockstar italiana, lo impegna fino alla fine dell’estate. Nell’estate 2008 invece è nuovamente in tour al fianco di Luca Dirisio.
Ad aprile 2009 viene presentato al Musikmesse di Francoforte il primo frutto della collaborazione con Bacchus, la "Fabrizio Frigeni Signature by Bacchus Guitars", un modello di chitarra esclusivo realizzato in Giappone artigianalmente e prodotto in edizione limitata. Il mese successivo il progetto "Past : Part 2" debutta in anteprima al Teatro Donizetti di Bergamo, in occasione dell'evento "Play For Children", un evento che ha visto Fabrizio coinvolto nella doppia veste di musicista e direttore artistico.
Partiamo dai tuoi esordi, come nasce l'amore tra Fabrizio Frigeni e la musica?
“Devo tornare indietro parecchi anni, anche perché penso sia impossibile per qualsiasi individuo ricordare il momento in cui la musica ha avuto un impatto su se stessi. Spesso ci si lega al ricordo di un episodio, ma forse quello è il primo momento in cui ci siamo resi conto che la musica ci interessava, per capire invece come la musica ci ha colpiti la prima volta bisognerebbe arrivare a quello stato primordiale di cui non portiamo coscienza. Mia mamma ricorda che quando era in attesa di me ascoltava determinate musiche, ad esempio di Fabrizio De Andrè, motivo per il quale poi sono stato chiamato Fabrizio, e capiva che avevo una particolare attitudine all'ascolto, per quanto potesse capire dall'esterno cosa succedeva all'interno di lei. Si dice che quando ero piccolo le filastrocche o certe canzoni come Gianna (Rino Gaetano n.d.r.) le cantassi a memoria. Mio padre dice che mettendomi degli strumenti davanti io li percuotevo producendo delle note e quando mi accorgevo che le note unite fra di loro producevano una intonazione errata io immediatamente mi fermavo ed alzavo la mano, quasi come se mi fossi scottato. Questo è il momento in cui lui ha detto: ‘questo riesce a sentire la musica!’ Prendendo per buono il suo ricordo penso sia il racconto più emblematico, anche se avevo solo 4 o 5 anni, poiché in quel momento è scaturito qualcosa e se poi dall'età di 6 anni ho iniziato a suonare degli strumenti in casa e a 7 anni a frequentare un corso di pianoforte fu molto probabilmente per questo, cioè per il fatto che mio padre, notando il mio approccio alla musica, capendo che avevo orecchio, andò da un negoziante a comprarmi una tastierina. Penso che questo possa essere considerato il mio primo approccio.”
“L'amore per la musica non l'ho avvertito da subito, perché onestamente parlare di amore quando si è così piccoli è una cosa un po' strana. Credo di averlo
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