Nella tua carriera hai collaborato con parecchie testate giornalistiche importanti e scritto per molte persone. Qual è il periodo e il luogo di lavoro che ricordi con più piacere?
     “Senza ombra di dubbio il mio esordio a Bologna, in quanto il contatto con questa professione è stato al tempo stesso molto duro ma affascinante. Ero un cronista di provincia, quindi venivo a contatto con realtà disparate: un giorno mi ritrovavo a pranzo con i più grandi industriali della zona, mentre il giorno dopo andavo a fare le inchieste in mezzo alla gente comune, a raccogliere gli umori e le opinioni della povera gente. Ho tanti bei ricordi di quel periodo, alcuni anche abbastanza bizzarri, come quella volta che mi sono ritrovato con un collega in giro per i boschi della zona a cercare… una cassaforte scassinata! L’abbiamo ritrovata, certo,” ci spiega ridendo di gusto, “ma era piena di cambiali! In quel periodo ci fu anche il mio battesimo del fuoco.” Il suo sguardo si fa serio e profondo e prosegue. “Mi ritrovai a dover intervistare persone affrante dal dolore della perdita di una persona cara e non fu affatto facile, anzi. Presentarsi alla porta di chi ha perso qualcuno, suonare il campanello e dire ‘Buongiorno, sono un giornalista, avrei qualche domanda da farle sull’incidente che è costato la vita a suo figlio…’ beh, non è stato certo semplice.”
     Qual è stata, invece, la tua più grande soddisfazione professionale?
     “Fondamentalmente sono state due. La prima è stata quando il grande Indro Montanelli mi ha scoperto. Mi era stato commissionato un pezzo da Leopoldo


Sofisti, uno dei più famosi macchinisti (esperti nella fattura quotidiana del giornale n.d.r.) de ‘Il Giornale’. Quando Montanelli, il quale allora era il direttore della testata, lo lesse, mi mandò a chiamare e mi disse: ‘Ragazzo, chi sei tu che scrivi questi pezzi così
interessanti?’ Io rimasi esterrefatto e un po’ imbarazzato, un tal complimento da un grande del giornalismo come lui non me lo aspettavo. Da allora mi commissionò pezzi per la terza pagina, evento che, per quei tempi, era un gran privilegio; in terza pagina, scrivevano soltanto nomi noti, persone di un certo rilievo, che facevano giornalismo di qualità. Fu un grande onore per me e una straordinaria opportunità di carriera. Iniziò così la mia carriera a ‘Il Giornale’, prima nella redazione spettacoli (critico cinematografico e teatrale), poi agli
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Intervista, Massimo, Jevolella, Ievolella, Direttore, Meridiani, Libro, Rawâ, Mal di Denti, Red, Il Giornale, Il Mattino