Ricordi l’emozione della nascita del tuo primo libro?
     “Come dicevo prima, durante la mia collaborazione con ‘Il Giornale’ ho scritto diversi libri ed antologie di settore, ma il mio primo, vero libro è stato ‘I sogni della storia. Eroi, santi e stravaganti’, pubblicato da Mondadori nel 1991, una serie di racconti sospesi a metà fra realtà e fantasia. Un altro mio libro che mi ha dato grandi soddisfazioni è stato la prima traduzione italiana in versi dal francese antico del libro ‘Il romanzo della rosa di Guillame de Lorris’, pubblicato nel 1983 da Edizioni Archè: un capolavoro della letteratura francese scritto nel 1230 da Guillame de Lorris, che racconta l’iniziazione all’amore e all’eros di un giovane che in maggio, in un magico giardino, si innamora di una Rosa, simbolo dell’Amore e della Sapienza. Questa traduzione è durata ben tredici mesi, ma le soddisfazioni derivanti da questo libro hanno ben ripagato la fatica.”
     Ricordiamo che, successivamente, Massimo Jevolella ha pubblicato, nel 2004 per Boroli Editore, “Non nominare il nome di Allah invano, il Corano libro di

pace”, un libro scritto per dimostrare come, analizzando attentamente il Corano ed interpretandolo attraverso le tradizioni mistiche musulmane, il sufismo, la parola di Allah ha nulla a che vedere con le follie degli estremisti islamici. A seguire: “Le radici islamiche dell’Europa” (Boroli Editore, 2005) e “Saladino, eroe dell’Islam” (Boroli Editore 2006), un libro che ha portato Jevolella al centro dell’attenzione dei media nazionali. Il sultano Salâh ad-Dîn, dipinto dalla letteratura come “Saladino il feroce”, viene considerato l’autore della riconquista da parte dei musulmani della città santa di Gerusalemme, considerata questa parte integrante del mondo

islamico fino a diventare il supremo simbolo della loro ostilità verso Israele e verso l’Occidente. In mezzo, tante altre pubblicazioni… la penna di Massimo Jevolella è veramente instancabile.
     Parlaci delle tue ultime fatiche letterarie.
     “ll mio ultimo libro è stato ‘Rawâ, il racconto che disseta l’anima’, pubblicato nel 2008 da Edizioni Red. Si tratta di un libro fortemente spirituale, di nicchia, se vogliamo, e racconta dei vuoti che accompagnano le idolatrie, demolendo la logica che risiede dietro ai conflitti di civiltà. Rawâ è un verbo arabo che significa al tempo stesso ‘raccontare’ e ‘dissetare’ e il libro si propone come una
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