"Come affrontare questa professione? Apri una farmacia, una drogheria.
E con quello che guadagni coltiva il tuo hobby..."
di Giuseppe Meroni
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«Ho ottant’anni. E quello che non mi piace di questa ineluttabile realtà anagrafica è l’avvicinarsi dell’ora del distacco da una vita bellissima. Ho sempre fatto quello che ho desiderato, l’ho fatto nel modo che ho voluto, continuo a farlo, e mi è andato sempre tutto benissimo. È davvero una bella seccatura pensare di lasciare una tale meraviglia».
Gianni Berengo Gardin, una vita da fotografo, risponde all’ultima domanda di questa lunga chiacchierata nel silenzio del suo studio deserto, in un pomeriggio di sole autunnale. Gli avevo chiesto cosa farebbe se si trovasse oggi ad avere
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trent’anni. Non ti lascia nemmeno finire. «Ma rifarei esattamente quello che ho sempre fatto, senza cambiare una virgola! Sono stato un testimone del mio tempo. Ho fatto comunicazione. Ci sono più di duecento libri di mie immagini che tra un secolo o due, quando non ci saremo più, saranno lì a mostrare cos’erano il mondo, la società, gli uomini di oggi. Non è una cosa splendida, addirittura entusiasmante? Da giovane pensavo che valesse la pena di impegnarsi in un lavoro del genere. Con il passare degli anni – e sono davvero tanti – ne ho avuto conferma. E pensare», scherza, «che mi pagano pure».
Attorno, tra splendidi modelli di navi che ha costruito con le sue mani («Da qualche tempo ho smesso perché la vista è un po’ calata») e tra antichi giocattoli di latta che ha riunito con passione fin da ragazzo, centinaia di raccoglitori blu |
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raccolgono in perfetto ordine i negativi di tutto il suo lavoro. Quanti sono? La risposta è: unmilionetrecentocinquantamila. Un numero impressionante, certo, ma destinato ad aumentare, «perché siccome di gente che fa le cose che faccio io ce n’è poca, o addirittura non ce n’è più», dice con maliziosa semplicità, «il risultato è che di lavoro da fare ce n’è tantissimo». Così nei giorni in cui ha |
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