divertente esibizione del Giopì e della Margi, burattini amatissimi dai bambini; accanto troneggia un flipper d’epoca, compagno di tanti polverosi giorni all’oratorio, e l’antico gioco del “pirlì”, due oggetti simbolo del tempo libero degli anni ’50. Sempre più incuriositi, ci addentriamo in un’altra sala e ci ritroviamo
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catapultati, come per magia, in un autentico cinema allestito con arredi anni ’50, dove assistiamo a filmati d’epoca, realizzati dal Cine Club di Bergamo e rimasterizzati per l’occasione, in una tappa tematica chiamata “Andiamo al cinema!”. Nella stanza accanto, invece, seduti ai tavolini di un autentico caffé sul Sentierone in Città Bassa, ascoltiamo rapiti il punto di vista sulla Bergamo degli anni ’50 e ’60 raccontato da giornalisti e scrittori, artisti ed insegnanti, nell’ultima tappa del nostro viaggio dentro la storia di Bergamo chiamato “Il secondo dopoguerra”.
La mostra è stata realizzata grazie |
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all’apporto sostanziale dell’archivio fotografico Sestini, 150.000 immagini depositate presso il Museo Storico: un lavoro prezioso fatto da Domenico Lucchetti, alla cui memoria la mostra è dedicata, il quale ha avuto la pazienza di raccogliere, in tanti anni di attività, tutto questo materiale fotografico e cinematografico necessario per costruire una fototeca cittadina che riassume i profondi cambiamenti che la città ha vissuto in meno di un secolo, fra il 1870 e il 1960. |
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