investiva l’economia e le fonti energetiche. Alla fine del 1989 solo l’Albania e la Romania, tra i Paesi orientali, conservavano ancora la propria caratteristica di solida realtà comunista, tanto che entrambe subirono pesanti sofferenze per giungere a una parvenza di democrazia negli anni novanta. In particolare, la Romania, schiava della propaganda del sistema politico rappresentato da Ceausescu, giustiziato rapidamente in nome della trasformazione democratica, non riuscì a metabolizzare il processo di transizione verso una struttura democratica tanto che, agli occhi delle nazioni occidentali, l'operato del nuovo Governo post dittatoriale non consentì al paese di guadagnarsi una verginità internazionale che permettesse un paritario confronto con le altre nazioni dell'Unione Europea e dell'ex blocco orientale.
     Da qui ebbero inizio le migrazioni di centinaia di migliaia di cittadini dell’est europeo, che si aggiunsero a quelle già in atto del continente africano ed asiatico, verso l’Eden occidentale tanto vilipeso durante la Guerra Fredda. I flussi migratori, recentemente facilitati anche dall’acquisito status comunitario di paesi come la Romania, hanno chiamato a raccolta un esercito di persone attirate dalle sirene del consumismo occidentale e alla ricerca di un rapido riscatto anche attraverso il corridoio dell’illegalità, favorito dalla disattenzione colpevole degli Stati, in particolare l’Italia, sorpresi dall’invasione di massa e non culturalmente preparati ad affrontare il nuovo corso della Storia. L’allargamento frettoloso ed umorale dell’Unione europea a ventisette Stati ha poi innescato un meccanismo di estrema disomogeneità economica acuita da profonde e talora contrastanti visioni culturali e sociali. Tutto ciò ha determinato, soprattutto per i Paesi strutturalmente e logisticamente impreparati come l’Italia, la difficoltà a fronteggiare quella che è diventata negli anni un’emergenza nazionale, in quanto non si è saputo e voluto adottare un sistema applicativo di regole per l’immigrazione con continua ed indolente oscillazione di posizioni tra permissivismo e limitazioni normative assunte sulla base delle pressioni dell’opinione pubblica. Questa inerzia legislativa ha quindi perpetuato gli ingressi illegali sul territorio di molti stranieri dediti alla delinquenza, scatenando sentimenti xenofobi e razzisti da parte della popolazione.
     Pur nella consapevolezza che il reperimento di forza lavoro straniera abbia generato indubbiamente vantaggi alle sature economie occidentali, non si può negare che i pro si siano accompagnati a numerosi contro. In questo scenario, la rivisitazione storica del crollo del Muro, fatto ispiratore dei successivi

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