cambiamenti geopolitici, può essere letta sotto due profili antitetici tra loro: il primo, astrattamente positivo, si può identificare nell’evoluzione di un pensiero democratico che ha investito le realtà dell’Est europeo minando le fondamenta di quei sistemi giunti al capolinea e non più rispondenti alle necessità del nuovo mondo; il secondo, negativo, come morbosa volontà di voler trasformare forzatamente e radicalmente in modelli democratici realtà non ancora mature, privandole di quel processo di graduale acquisizione di consapevolezza e di progressiva transizione economica verso modelli di libero mercato, facendo venir meno la solidità di un sistema che comunque garantiva stabilità ed equilibrio geopolitico.
Traghettare il cambiamento senza utopiche pretese di repentine trasformazioni ed accompagnare sapientemente le società verso aperture graduali ed indolori sarebbe sicuramente stato più vantaggioso anche per la stessa Unione Europea.
|
|
|