psicosomatici, psichiatrici, sessuali, comportamentali-delinquenziali e di adattamento alla realtà.
Secondo Isabella Merzagora, “l’incesto rimane un argomento sul quale è preferibile tacere e del quale si cerca per quanto è possibile negare la sua esistenza. (...)”. Gli stessi medici sembrano in realtà sottostimare l’incesto. Secondo Rosenfeld (1979), due sono le ragioni principali che portano i medici a non formulare la diagnosi di incesto, quando questo invece si è realizzato: il desiderio, comune anche ai «non addetti», di negare una realtà così spiacevole e le difficoltà, anche per coloro che si occupano di queste cose professionalmente, di interrogare su tali argomenti la vittima. Non è un caso, quindi, se in un gruppo di operatori sociali nel nostro Paese l’80,4% ha dichiarato di non esser in grado di citare un solo Autore che si sia occupato del fenomeno negli ultimi cinquant’anni (...).”²
Anche nelle aule del tribunale, per questi bambini è difficile potersi difendere da questi padri perversi, per non parlare delle lungaggini giudiziarie alle quali gli stessi sono sottoposti per difendersi da un padre senza senno. Essi sono costretti a subire altre violenze da parte delle autorità; all’interno dei tribunali questi bimbi per difendersi sono costretti a raccontare dettagliatamente ciò che è successo con il padre-violentatore, dopodiché la parola passa agli avvocati difensori del padre che, facendo passare il bambino per soggetto schizofrenico, infliggono altre violenze. Sono frequenti le situazioni in cui i bimbi abusati sviluppano un “Disturbo Post Traumatico da Stress”, spesso viene confuso con sintomi psicotici. Vi sono bambini che per effetto di tale sintomatologia non riescono a difendersi, tantomeno nelle aule del tribunale non sono nella condizione di proferire parola sul padre.
“Gli adulti non credono quasi mai ai bambini. La nostra comunità è sempre pronta ad anteporre i diritti degli adulti a quelli dei più piccoli. Proteggere i bambini è difficile perfino per chi ha il compito di farlo. (...) La pedofilia non è un fungo malnato, un’anomalia che la nostra comunità si appresta semplicemente ad estirpare: nasce e si alimenta da un fenomeno assai diffuso e sconcertante. L’odiosa complicità che permetta al pedofilo di tessere la sua viscida tela di ragno rispecchia il più infamante ostacolo che il progresso sociale non è riuscito a superare. Può sembrare strano e paradossale ma questa nostra comunità non riesce ad amare i bambini esattamente come diffida dei giovani.”³
Molte di queste vittime di padri perversi sono ospitati presso comunità e quasi tutti non possono essere seguiti da uno psicologo, in quanto la stessa comunità non ha i fondi per sopperire al costo dello specialista.
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² Merzagora I. (1986), L’incesto, aggressori e vittime diagnosi e terapia
Milano, Giuffrè Editore, pagina 2
³ Crepet P. (2001), opera già citata, pagine 51/53
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