CAROLA: DALLA POESIA AL SUO AUTORE
                di Giuliana Longo - specialista in psicoterapia psicoanalitica

     IL MARCIAPIEDE
Di notte
il marciapiede
emana sudore
che durante il giorno ha guadagnato
tenendo persone sulla sua schiena
nera e rugosa.


     Il contributo di una lettura psicoanalitica alla comprensione del contenuto simbolico.
     Il Marciapiede è il titolo di questa composizione e ne è anche il soggetto. L'evento centrale in cui il Marciapiede si esprime è l'emanare sudore, un sudore che viene poi riportato alla sua causa. È nella notte, buia e silenziosa, che il marciapiede "emana sudore", il segno esteriore di una fatica accumulata durante il giorno. Questa fatica sembra avere un senso: nello sforzo di “tenere sulla sua schiena” un peso c’è un guadagno... una ragione! La notte è liberatoria, in questa dimensione silente e immota il Marciapiede può percepire il proprio sudore e vedersi inoltre nel suo aspetto nero e rugoso. Se il Marciapiede è una personificazione, tutto il linguaggio della composizione lo lascia supporre, è certo una metafora suggestiva, fortemente espressiva nella sua crudezza: la “cosa” si associa al calpestato, la “cosa” suda, trasuda una fatica… e il suo sforzo sembra impresso nella materia di cui è fatta.
     Mi piacerebbe a questo punto sollecitare la vostra immaginazione sul compositore: chi potrebbe essere, che età potrebbe avere. Difficile immaginare che la poetessa sia una bambina, una bimba che al momento della composizione ha dieci anni e dieci mesi e frequenta la quinta elementare. Difficile, perché il testo ci offre un pensiero più maturo, capace di astrazione. Sappiamo che anticipazioni o ritardi nella conquista del pensiero astratto sono in relazione a diverse variabili, come le risorse individuali, le relazioni affettive e le condizioni ambientali. Quanto a quest’ultimo fattore so che la madre della nostra bambina ha sempre favorito il gioco creativo e la lettura rispetto alla televisione e al computer e anche questo ha certamente dato il suo contributo all’evoluzione del pensiero verso l’astrazione e alla precoce scoperta del piacere evocativo della parola-simbolo.
     Mi sono trovata fra le mani queste righe per caso e ho subito ammirato in quella piccola creazione lo spessore e nel contempo la gravità del contenuto nella

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