sole ed acqua salata contribuiscono a far colare la crema che deve essere riapplicata con una certa frequenza per esser certi della sua protezione.
Un’altra interessante novità è la seguente: le diciture “schermo totale” o “protezione totale” sono state definite dall’UE ingannevoli e, pertanto, sono state messe al bando, così come è stata vietata la vendita senza l’opportuna informazione che il prodotto non possiede azione protettiva verso il sole, nonché quelli con Spf (Sun protector factor) inferiore a 6. Addio al caro, vecchio olio abbronzante, allora? In teoria sì, dovrebbe esserne vietata la vendita, ma gli abili strateghi del marketing delle case cosmetiche hanno re-impostato le campagne pubblicitarie, modificando le etichette dei prodotti e scrivendo, nella maggior parte dei casi in minuscolo, che “non svolge alcuna protezione nei confronti dei raggi solari” e tutta questa gamma di prodotti ultra abbronzanti continua ad essere venduta regolarmente. Ombrellone, occhiali e cappello, uniti a creme con Spf +50 (la massima protezione possibile) rimangono ad oggi l’unica protezione totale dal sole.
È cambiata anche la scala dei fattori di protezione; non ci saranno più numeri da abbinare a fototipi fantasiosi (bianco-mozzarella o nero-Pocahontas), ma dati ben precisi: filtro di protezione basso (6-8-10), medio (15-25), alto (30-50) e molto alto (+50). Cancellati del tutto i fattori 2 e 4, aboliti i concentrati super abbronzanti, per legge, una crema solare per essere considerata tale deve avere un fattore di protezione superiore a 6, al di sotto è una mistura di ingredienti chimici che può nuocere alla nostra pelle. Inoltre, i vecchi filtri Spf sono stati sostituiti da filtri di nuova concezione, i quali schermano di più le radiazioni solari e ci proteggono anche dai raggi UVA, quelli che agiscono a livello più profondo causando alterazioni nel derma.
Per quanto riguarda i bimbi, i soggetti più sensibili alle esposizioni solari data la delicatezza della loro epidermide, l’Unione Europea aveva deciso di preparare delle frasi ad effetto da stampare sui flaconi, simili a quelle che appaiono sui pacchetti di sigarette, ma ad oggi i lavori sono ancora in corso ed una decisione definitiva non è ancora stata presa. Ad esempio, si era pensato a frasi tipo: “I bambini da 0 a 4 anni non dovrebbero essere esposti al sole”, ma poi si è constatato che il limite dei 4 anni potrebbe non tutelare al meglio quelli di età superiore. A tal proposito vi segnaliamo l’ottima campagna che sta conducendo, anche attraverso le scuole, la casa cosmetica Vichy “Il sole buono”, che utilizza giochi, vignette e filastrocche per insegnare ai bambini e ai ragazzini giovani l’approccio corretto al sole. Un buon insegnamento, che rimarrà loro per tutta la
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