pelle, macchie, scottature e altre patologie, ma questo ai “tanoressici” poco importa. Considerando il fatto che esiste una correlazione diretta fra luce-tono dell’umore-serotonina, si è osservato che in alcune persone esiste anche una predisposizione neuro biochimica che porta loro a divenire tanoressici.
     A farne le spese sono soprattutto le donne, che passano le ore a crogiolarsi sotto il solleone spalmandosi sulla pelle intrugli e creme di ogni genere, anche le più estreme (alzi la mano chi non si ricorda il consiglio dell’amica del cuore di spalmare la birra sulla pelle per accelerare l’abbronzatura!). L’identikit della persona “tanoressica” messo a punto dell’esperto rappresenta una donna magra, tra i 16 e 40 anni, residente in prevalenza al Nord, disidratata per la dieta e per l’eccesiva esposizione solare. Due fattori, questi ultimi, che i dermatologi identificano come i veri “Killer” della pelle.
     Dobbiamo tanto più riconoscere che in Italia non utilizziamo spesso, e quando lo facciamo agiamo in malo modo, le creme solari, l’unica barriera che possiamo mettere sulla nostra pelle per proteggerla dall’azione dei raggi solari. A tal proposito, ricordiamo che dal 2007 l’UE ha messo al bando le vecchie diciture riportate sulle creme solari, obbligando i produttori a nuove etichette a tutela del consumatore. Vediamo insieme che cosa è cambiato.
     Innanzitutto la durata di un solare: una volta aperto l’involucro che durata ha? Qual è la scadenza entro la quale utilizzare, pena l’inefficacia, il prodotto? Stando ad uno studio condotto dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) in associazione con Unipro (Associazione Italiana delle industrie cosmetiche), una volta aperta la crema, sabbia, sole e calore in spiaggia possono contribuire al rapido deterioramento della stessa, con calo delle capacità protettive. Il consiglio che gli esperti ci danno è quello di cambiare crema solare ogni anno; in ogni caso, sui flaconi e sui tubi di crema viene stampato un simbolo con indicato di fianco il termine PAO (Period after opening), il quale indica il periodo minimo garantito dal produttore per la buona conservazione nel tempo della crema dopo l’apertura. Ricordiamo che una buona crema deve proteggere sia dai raggi UVB sia dagli UVA, ugualmente dannosi. Sull’etichetta è possibile trovare sia la dicitura “stabile” sia “fotostabile”, due espressioni che indicano la capacità del prodotto di mantenere inalterate le proprie caratteristiche protettive anche sotto il sole più cocente, senza degradarsi. Similmente, la dicitura “waterproof” indica che il nostro solare è resistente all’acqua, quindi continua a proteggerci anche quando nuotiamo. Attenzione: questo non significa che possiamo applicarlo una volta sola al giorno e poi sguazzare in acqua, ricordiamoci comunque che sudore,

        pagina 02 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
UE, Nuove, Norme, Filtri, Creme, Solari, Spf, Illegali, Fattore di protezione, Unipro, Istituto Superiore di Sanità, PAO