persone può essere devastante: certo, non è letale, ma se non correttamente trattata uccide lo spirito della persona il che, secondo noi, è anche peggio. L’intensità, la frequenza e la durata dei tic varia da individuo ad individuo e si modifica nel corso del tempo: in generale, essa aumenta in situazioni di stress emotivo, eccitazione e tensione, per attenuarsi durante un periodo di concentrazione, rilassamento o sonno.
Nella quasi totalità dei casi, la SdT si risolve spontaneamente, mentre altre persone, purtroppo, debbono imparare a convivere con questa altalena emotiva. Pazienti che in attesa di una diagnosi certa sono costretti a lunghe odissee fra camici bianchi, passando dall’allergologo all’otorinolaringoiatra, dall’oculista allo psicologo, fino alla psichiatria e agli istituti di cura. I farmaci per trattare questa sindrome ci sono e sono già utilizzati con successo anche se, ripetiamo, l’importante è la diagnosi precoce del disturbo, per evitare ulteriore sconforto emotivo a chi vive le proprie emozioni in maniera già così devastante. Le cure farmacologiche però sono solo una delle tante possibilità, perché, secondo gli esperti, appena possibile è utile sostituire l’utilizzo dei farmaci con una terapia di natura riabilitativa (educativa e psicologica); soprattutto nei bambini occorre molta prudenza nella somministrazione dei farmaci.
Come ultima cura possibile esiste la DBS (Deep Brain Stimulation), un innesto cerebrale profondo: si tratta di un intervento ancora di tipo “sperimentale”, giustificabile solo per casi gravissimi e dopo aver eseguito tutto quello che è possibile, sia dal punto di vista farmacologico sia dal punto di vista psichiatrico.
Speriamo, nel nostro piccolo, di aver contribuito con l’informazione ad aiutare qualcuno che magari un po’ soffre a causa di qualche altalena emotiva che li fa stare “come sulle montagne russe, sfrecciando a 200 km/h”… non sorridete per l’allegoria, a qualcuno questo tipo di emozione può piacere ad altri no… Ricordiamoci però che un buon sorriso e un pizzico di buone maniere, quelle insegnateci dalla nostra mamma per intenderci, non guastano mai e che la maleducazione fine a se stessa è un ospite che, a casa nostra, non è mai gradito.
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