CONCERTO FATALE
                                  di Giovanni Graziano Manca

     Il tour estivo dei VirgoFlesh stava per cominciare. Il gruppo rock del momento, quello del quale Morris faceva parte e di cui tutti i giornali parlavano, nelle settimane successive sarebbe stato accolto e osannato da una moltitudine di ragazzi che in quarantasei città diverse sarebbe accorsa entusiasta negli stadi e nei locali in grado di ospitare il loro show. Anche il manifesto che preannunciava l’evento era pronto. Morris vi appariva in un magnifico primo piano. Maree di fiammelle di accendini tremolanti e scintillanti, appassionati cori ad affiancare e sostenere a tempo la sua voce e una miriade di emozioni variate e indefinibili attendevano il giovane chitarrista e cantante, dalla fine di giugno alla metà di settembre. Da qualche anno le partenze lo facevano sentire inquieto. Non che Morris non lo fosse comunque anche durante le sedute di incisione in studio e nella vita privata, inquieto, anzi! Ma con il passar del tempo, doversi impegnare in un giro di concerti così lungo era diventato, per lui, solo un altro modo per vivere unicamente momenti di afflizione e di separazione rispetto alla relativa tranquillità del quotidiano e un allontanarsi anche rispetto ai suoi normali processi creativi per precipitare in un inferno di trasferimenti continui, di cavi, di luci abbaglianti, di solitudine e paura, soprattutto...
     Paura. Morris provava ancora sgomento, rispetto a quanto era successo tre anni prima durante un concerto, in quella piccola città della costa occidentale. Quella sera non c'era spazio a sufficienza per tutti coloro che avevano acquistato il biglietto e molti, per giunta, avevano sfondato i cancelli senza pagare. Una grossolana svista dell'organizzazione li costrinse a suonare in quelle condizioni; fu certo un errore imperdonabile da parte del gruppo accettare di esibirsi così.
     Morris ricordava che a pochi metri dal palco, appena oltre le transenne, quella sera fluttuava una distesa di teste; centinaia di corpi ondeggiavano all’unisono e molti continuavano a spingersi; ci furono dei tafferugli e qualcuno fu calpestato dalla folla. Il concerto fu sospeso ma il corpo di James Ranke, rimasto in terra per tutto il tempo, fu coperto solo quando le forze di polizia furono in grado di riportare l'ordine e la calma. Morris era stato a guardare senza poter fare niente. Il volto di James gli era rimasto impresso. Il suo viso e poi il corpo ammantato da un lenzuolo candido, e quella morte così insensata e ancora l’espressione priva di vita di quel ragazzino, gli tornavano in mente ogni volta, prima di ogni concerto...
     Nel primo pomeriggio, dopo aver pranzato al Kayamm con zuppa di fave e carne alle prugne, Morris pensò di tornare in hotel e di saltare la visita a Sue,

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