Straordinaria è l’immagine di Dio che Nietzsche racconta. I teologi ci propinano un Dio buono, che non conosce il male, la rabbia, la vendetta (vi faccio notare tra l’altro che nei testi sacri come la Bibbia, Dio è anche vendicativo), mentre questi sentimenti vengono addebitati al suo alter ego, il demonio. Tuttavia, per come ce lo spiega l’autore, si tratta di una scissione artificiosa: come può un Dio essere giusto se non conosce l’egoismo, la prepotenza, la violenza… Dio ed il demonio sono la medesima “cosa”.
     Nietzsche passa al confronto. Il cristianesimo è simile al buddismo, ma quest’ultimo “è cento volte più realistico, incarna l’eredità di una maniera oggettiva e ardita nel porre problemi, succede a un movimento filosofico durato centinaia d’anni”. Ed ancora: “nel cristianesimo vengono in primo piano gli istinti dei sottomessi e degli oppressi: sono i ceti più bassi quelli che cercano in esso la loro salvezza. […] Qui la carne viene disprezzata, l’igiene rifiutata in quanto sensualità […] Cristiano è l’odio contro lo spirito, contro l’orgoglio, il coraggio, la libertà, il ‘libertinage’ dello spirito; cristiano è l’odio contro i sensi, contro le gioie dei sensi, contro la gioia in generale…”
     Ne L’anticristo, gli ebrei vengono definiti come il popolo genitore del cristianesimo, ma anche l’opposto dei décadence (decadenti, come sono da Nietzsche definiti i seguaci del cristianesimo) ed afferma che: “Gli Ebrei sono il popolo più notevole della storia mondiale poiché, posti dinanzi al problema dell’essere o non essere, hanno preferito, con una consapevolezza assolutamente inquietante, l’essere a qualsiasi prezzo.” Rattrista pensare che, dopo le magnifiche parole dell’autore, proprio i tedeschi saranno la causa, sessant’anni dopo, di uno sterminio di massa ai danni degli Ebrei.
     Secondo Nietzsche, alcuni Ebrei si separarono, si distinsero, diventando Ebreo-Cristiani e costituendo una geniale storia religiosa spacciandola per preistoria, sostenendo che il cristianesimo è la prima e la sola meritevole di esistere e di essere creduta; mentre spiazza il ragionamento di Nietzsche quando afferma che il cristianesimo, nei confronti del buddismo, ben più antico, promette (il paradiso, la vita eterna, etc.), mentre il secondo “fa”.
     Durante “i miei primi quarant’anni” sono consapevole che non ho avuto abbastanza tempo per leggere libri e le mie carenze storiche emergono vergognosamente quando Nietzsche motiva le proprie illazioni su Israele, ma non ho motivo di non credere a quanto ho letto. A maggior ragione il lettore erudito. Devo ammettere, tuttavia, che prima del termine del libro ci si stanca di tutte queste accuse nei confronti della Curia e si accarezza l’ipotesi che, forse, non è proprio tutto vero.

        pagina 02 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Recensione, Friedrich, Wilhelm, Nietzsche, L’anticristo, Maledizione del cristianesimo, Vita, Libri, Opere, Graziano, Paolo, Vavassori