appartengono le iperboli, l'infiorare gli eventi per rendere più intensi dei ricordi che già lo sono. Colpisce anche che, opposta a tutta la retorica fascista, vuota e mascherata dietro parole altisonanti e false, resti la consapevolezza di un ragazzo che combatte per la patria, sì, ma che capisce anche di essere “un piccolo uomo che tra milioni di altri uomini stava combattendo lontanissimo da casa una guerra così orribile che mai le stelle videro nel loro esistere”.
     Opposto al sacrificio invocato dai politicanti, resta la “grande responsabilità verso i miei compagni [...] Sergentmagiù ghe rivarém a baita? Dovevo tenerli uniti e fare il possibile per riportarli a casa”.
                                                                               Silvia Ferrari

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