Quando il signor Ackroyd, facoltoso signorotto locale, viene trovato ucciso con uno stiletto conficcato nel cuore, i domestici e i parenti pensano subito alla conclusione tragica di un litigio scoppiato tra l'uomo e lo scapestrato nipote Ralph, sempre alla ricerca di soldi da poter spendere in gioco e divertimenti. Il fatto che il ragazzo sia irreperibile dal giorno dell'omicidio e che sul davanzale siano state trovate delle impronte compatibili con quelle dei suoi scarponi fa sembrare la soluzione del caso una bazzecola. Per tutti, ma non per Poirot, il quale non è convinto dall'ovvietà quasi banale del ragionamento; cominciando ad investigare, scopre una serie di piccoli fatti e relazioni tra gli ospiti della casa che ribaltano lo scenario; in un memorabile capitolo, Poirot, ormai certo di aver individuato il colpevole, invita tutti gli interessati per una “piccola riunione”, in cui annuncia di aver svelato il mistero, invitando l'omicida a rivelarsi. Uno per uno i presenti sono colpiti dai ragionamenti del detective, che tuttavia li lascia andare, sicuro che il responsabile si autoaccuserà del fatto l'indomani.
     Una scena corale è presente anche nel finale dell'indagine de “Assassinio sull'Orient Express”: un'indagine difficile e piena di punti oscuri, nonostante, o forse proprio per questo motivo, dal treno non sia né salito né sceso nessuno dal momento del delitto. Un viaggiatore, un ricco e scorbutico americano che si rivelerà essere il famigerato Cassetti, un gangster che si è reso responsabile del rapimento e della morte di una bimba di tre anni, viene ucciso a pugnalate durante la notte. Una chiara vendetta per l'omicidio della bambina, si scoprirà in seguito, ma nessuno sembra essere addolorato per la morte di un essere così spregevole. A Poirot resta da scoprire chi possa essere stato, tra gli ospiti presenti, a commettere il delitto. Impresa non facile, visto che nessuno sembra aver visto o sentito alcunché durante la notte. La soluzione, davvero innovativa e spiazzante, sorprende il lettore alla fine della scena ricordata sopra.
     È interessante leggere tra le righe dei romanzi della Christie e di questi due in particolare, per scoprire continui riferimenti a personaggi a lei contemporanei o a fatti di cronaca che all'epoca avevano suscitato scalpore. Il racconto del rapimento e della morte della bambina ad opera di Cassetti, ne “Assassinio sull'Orient Express”, è ispirato dalla storia vera del figlio del famoso pilota americano Charles Lindberg, il filonazista che “rischiò” di diventare Presidente degli Stati Uniti. “Baby” Lindbergh, il figlio dell'aviatore, venne rapito nel 1932: alla famiglia venne richiesta un'enorme somma per riavere il piccolo ma, nonostante il pagamento di un riscatto di mezzo milione di dollari, il bimbo

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