UN RE UN PO’ DIVERSO DA QUELLI DEL MONDO
di Gaudenzio Rovaris
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Quest’anno con l’ultima settimana di novembre la Chiesa cattolica fa coincidere l’inizio del nuovo anno liturgico che vede come tappe l’Avvento, il Natale, la Quaresima, la Pasqua, la Pentecoste e si conclude, dopo le riflessioni sull’apocalisse, con la celebrazione di Cristo re nell’ultima domenica dell’anno liturgico.
Queste premesse mi hanno indotto a riflettere sul valore di simboli, come la croce, e sul percorso di una vita, come quelli di Gesù Nazareno, che solo qualche settimana fa vedevano schierarsi in modo più o meno forte le varie fazioni politiche, le varie ideologie di parte tese a conquistare consensi da parte delle loro masse (stavolta il termine non deve essere considerato, come Marx lo definiva, “massa pensante”, ma come “pecoroni”…), nonché i vari estremismi religiosi che propongono lotte religiose che in realtà nascondono interessi economici come la storia ci ha insegnato: dalle Crociate ai Tribunali dell’Inquisizione della Chiesa cattolica al Jihād e alla Guerra Santa dell’Islam ci si é fatti scudo della religione e della divinità per celare interessi e malversazioni di ogni tipo ed efferatezza.
L’eccezionalità della festa di Cristo re sta nella vittoria di chi é salito sul patibolo più ignominioso, è l’immagine di un re che al trono sostituisce una croce, che agli uomini presenta una verità, la Verità, che non scende a patti con niente e con nessuno, che porta al supplizio, ma che é sostenuta da un grande Amore verso i sudditi e da una disponibilità al servizio poco conosciuta dai nostri governanti. Il Sommo Pontefice si firma il “Servo dei servi di Dio”, il Cristo vincitore si lascia come cibo a coloro che ha sconfitti (vedansi anche i versi della Pentecoste manzoniana: “…e sia divina ai vinti / mercede il vincitor.” [vv.94-96]).
Gli ultimi fatti di cronaca ci descrivono in numero sempre più alto e vario abitudini di vita di politici in contrasto con le parole che professano: escort, trans, divorzi di personaggi che si schierano per i valori cristiani della vita, che innalzano gazebi nelle piazze a difesa del crocefisso, pur essendo notoriamente miscredenti, che alternano accuse o compiacimenti per ogni intervento del magistero della Chiesa, il quale viene sistematicamente giudicato a torto o a ragione ingerenza politica negli affari dello Stato. Fino a qualche anno fa un velo pietoso di omertà copriva l’operato dei politici e molte situazioni non si conoscevano: l’onorevole era da onorare… come dice l’etimologia del termine honor che in questo caso ha anche valore passivo e non solo attivo di ciò che porta onore; il candidato esercita un diritto elettorale passivo (dal latino patior… che porta sofferenza…); pochi hanno colto invece l’etimologia di ministro, del minister, di colui che amministra i beni di altri, che deve essere al servizio.
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