Purtroppo, ad una attenta se pur veloce analisi ci si rende conto che si ha a che fare quasi nella totalità con dei parolai, spesso ignoranti (da una parte inducono ad un sorriso, ma da un’altra a una profonda tristezza, ostentata dalle interviste della trasmissione “Le iene” fuori dai palazzi del potere…), che la caratteristica del potere é di essere affiancato e sostenuto dalla menzogna, che il buon Guicciardini, che ho citato nelle ultime esternazioni, (in particolare sottolineo l’aspetto che… non aveva mai visto uno che fa il bene degli altri se questo non é anche il suo…) probabilmente aveva colto l’essenza del governare togliendo l’unica giustificazione (il bene comune) che il buon Machiavelli conservava a difesa delle efferatezze e degli imbrogli del principe.
     Il percorso religioso dell’anno liturgico parte dalla fatica dell’attesa del Messia, dal rifiuto del suo arrivo (nasce in una stalla, Erode lo cerca per ucciderlo…), dalla riservatezza della Sua vita (cresceva in età, ubbidienza, lavorando come un semplice uomo), dall’avversione del potere religioso del tempo (Gesù é crocefisso per decisione dei sacerdoti…), dalla sofferenza della Passione, dalla apocalittica attesa per la fine del mondo; si conclude però con questa figura maestosa e gloriosa di un Cristo che siede sulle nubi e che accoglie e giudica magnanimamente.
     L’insegnamento che possiamo trarre da queste pagine dei vangeli é che la Verità é collegata con l’Amore, la disponibilità a voler bene anche a chi ci fa del male (“…Padre perdona loro…” di Gesù sulla croce), che non dobbiamo prendere esempio da un mondo sempre più corrotto e vuoto che ci propinano i media, che dobbiamo educare i nostri figli anche con l’esempio a combattere per la verità pur coscienti che chi la difende finisce con l’essere emarginato e con il “pagarla…”. Il buon Manzoni, nella pagina sublime dell’“Addio monti” del capito ottavo de “I promessi sposi”, descrive la Provvidenza divina “…Chi dava a voi tanta giocondità é per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”.
     Il Cristo re, che accoglie gli umili, coloro che si piegano fino a terra ma non si spezzano e che alla fine trionfano agli occhi di Dio, é l’immagine del trionfo della verità e dell’amore. Speriamo di non aver perso del tutto e tutti questi valori che i nostri nonni nella loro ignoranza sapevano vivere intensamente.
     Se la scolarizzazione di massa deve portare ad una società dove i colpevoli sono sempre gli altri, dove chi sa parlare meglio, e non essere più preparato, avanza nella scala sociale, dove chi prevarica ha successo, quale fallimento…
     Colgo l’occasione per porgere ai miei lettori i più sinceri auguri di serenità e pace per le prossime ricorrenze del Natale e del Capodanno: che siano per loro e per i loro cari fonte di gioia e di soddisfazione dei loro desideri.
                                                                       gaudens@live.it

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