cattive abitudini sono quelle che piacciono di più.
Alcool: al pari del cibo spazzatura, agli italiani piace bere alcolici e, purtroppo, deteniamo il triste primato del più precoce “primo contatto” con l’alcool. In Italia si beve il primo bicchiere a 12 anni e mezzo, contro i 14 e mezzo della media europea, mentre il numero dei giovani alcolisti è in costante aumento, con 8 milioni e mezzo di italiani a rischio abuso di alcol dei quali 750.000 adolescenti. Secondo uno studio internazionale, l’alcol sarà la terza causa di decesso dei prossimi anni, con un aggravio della spesa medica pubblica pari al 3% del PIL. Inoltre, oggi la mortalità per incidenti stradali causata da un abuso di alcool si aggira fra il 30 e il 50% del totale. Le regioni maggiormente colpite sono il Veneto e la Lombardia.
A questo punto, cari lettori, non potrete che essere d’accordo con noi sullo sconforto che ci prende leggendo questi dati. Secondo Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, “siamo stati i primi a sostenere che la crisi finanziaria non avrebbe danneggiato granché la nostra economia e, seppure molti prevedevano scenari catastrofali per il 2009, noi intravedevamo già segnali di ripresa.” Segno dell’inguaribile ottimismo dell’italico popolo? In realtà, dall’osservatorio dell’Eurispes emergono segnali preoccupanti di disagio, distacco da quanto succede oggi giorno e una grande ostilità, unita ad un senso generale di sfiducia, verso le Istituzioni. D’altronde, la nostra classe dirigente appare più interessata agli equilibri di potere ed al proprio tornaconto personale piuttosto che alzare il naso dalle proprie scartoffie per accorgersi che il Paese sta cambiando e l’intero sistema rischia di sgretolarsi sotto i loro piedi.
Non sappiamo più se essere arrabbiati o tristi, di certo in Europa non abbiamo fatto una bella figura. Da popolo di emigranti, con la valigia di cartone, a popolo di villani, con la bottiglia nel borsone.
|
|
|