UTILITARIE AL CUBO
                                     di Giovanni Cozzi e G.P.Vavassori

     Nel lontano maggio 2006 scrissi un articolo per Infobergamo.it riguardante le utilitarie e la loro evoluzione nel tempo (“L'evoluzione delle City Car”), dagli albori fino ad arrivare a ciò che il mercato offriva in quel momento come attualità, sia in fatto di modelli, versioni, allestimenti, ma soprattutto, come evoluzione di principio di base del concetto utilitaristico di automobile. È appena il caso di accennare come il concetto primario, dettagliatamente narrato allora, passò dalla volontà iniziale di costruire un’automobile di piccole dimensioni alla successiva ricerca, all’interno di essa, di doti divenute nel tempo sempre più essenziali, quali spazio ed abitabilità, senza stravolgere però l’obiettivo concettuale di partenza. Si passò così, dai due ai quattro/cinque posti a sedere, dal piccolo vano di carico anteriore vicino alla ruota di scorta, ai grandi portelloni posteriori delle ultime nate del segmento, dalle due alle quattro porte di accesso per i passeggeri ma, fondamentalmente, dalla spartanità delle utilitarie d’antan al lusso di oggigiorno.
     Orbene, quello che scrissi nel 2006 era assolutamente vero ed inequivocabile, ma adesso siamo nel 2010 e, come volevasi dimostrare, ciò che predissi come evoluzione continua del prodotto automobile ci porta ora, obbligatoriamente, a dover attualizzare quell’argomento trattato all’epoca, portandolo idealmente per mano nel percorrere quel cammino il quale, nel frattempo, le utilitarie hanno fatto per diventare quello che sono oggi.
     È nozione comune il fatto che da oltre un ventennio, accanto ai modelli di automobili di piccole dimensioni dedicate al trasporto delle persone, le case costruttrici abbiano affiancato, sulla stessa base di partenza, modelli promiscui per il trasporto di persone e cose, definiti veicoli commerciali. Forse, facendo un esempio concreto, si potrà meglio chiarire il concetto di cui stiamo argomentando. Vi ricordate il diffusissimo “Fiorino” della Fiat? Vi ricordate come da quel veicolo, inizialmente nato solo per scopi lavorativi, venne concepita la versione “Panorama”, con vetratura posteriore, cinque comodi posti e bagagliaio degno di una vettura da segmento decisamente superiore? Ebbene, da quel concetto apripista, sorto alla fine degli anni ottanta sulla base della Fiat Uno, oggi si è arrivati, attraverso un percorso fatto di versioni più o meno ingombranti, ovvero passando da Fiorino a Doblò in casa Fiat, così come da Ranch a Partner in casa Peugeot nonché dal mitico Kangoo di cui, in quel di Renault, hanno ben pensato di lasciare il nome evocativo, alle ultime novità del mercato nate proprio dalla costola di questi piccoli veicoli tuttofare.

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