Giampiero Prina alla batteria, anche lui scomparso prematuramente, grande musicista e grande amico. In quelle occasioni mi sono reso conto che non stavamo facendo ‘solo’ musica, ma stavamo facendo ‘arte’, grazie al rapporto altamente creativo che si era instaurato. Da queste collaborazioni ho imparato che più queste persone sono grandi e più riescono ad essere umili, perché pur

essendo consci delle proprie capacità hanno capito quanto sia importante ‘volare basso’, c'è sempre da imparare, c'è sempre da mettersi in discussione. In questo lavoro non bisogna mai sentirsi arrivati, non bisogna credere che non ci sia ancora qualcosa di nuovo da imparare, da sperimentare. Ritengo poi che sia importantissimo essere ‘aperti’, questa è senz'altro una delle caratteristiche che mi contraddistingue soprattutto a Bergamo, dove pur essendo una città vivace dal punto di vista culturale c'è la tendenza a coltivare ognuno il proprio orticello; io ho sempre cercato invece di suonare con musicisti provenienti sia dall'Italia sia dall'estero.”

     Quanti album hai inciso fino ad oggi? A quale sei più affezionato e perché?
     “Ho perso un po' il conto… nel senso che credo di averne fatti circa 25 a mio nome ai quali vanno aggiunte varie collaborazioni per cui arrivo a una cinquantina di dischi (compresi gli LP a cui sono ancora molto legato), anche se oggi il disco non ha più l'importanza che aveva un tempo a causa del cambiamento dei canali distributivi, oggi rappresentato soprattutto da internet, dove ha raggiunto una grande rilevanza anche e soprattutto la diffusione dei video (importantissimo Youtube). Difficile dire a quale sono più legato, perché ogni disco è un figlio, è la somma di tutto quello che si sta vivendo in quel momento, quindi sono veramente legato a tutti, però se devo proprio citarne uno penso al primo inciso con l'Arp Quintet, perché la sua uscita mi ha permesso dall'oggi al domani di trovarmi a suonare sui palchi dei principali festival nazionali e poi dico l'ultimo, in quanto rappresenta quello che sono io adesso (anche se oramai ha già quasi 2 anni). Si intitola ‘Invenzioni a più voci’ e
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