raccoglie sia lavori in piano solo sia incisioni ‘live’. A me piace particolarmente portare su disco l'estemporaneità e penso che il feeling particolare che si crea durante i concerti, anche con qualche piccolo errorino, rappresenti la dimensione migliore soprattutto per quanto riguarda il jazz. Penso che anche nei dischi dei grandi del jazz si senta la differenza fra le esibizioni live e le incisioni in studio.”
     C'è qualche progetto a cui stai lavorando attualmente?
     “Il problema casomai è il contario! Nel senso che dovrei ridurre i progetti, perché poi c'è il rischio di non portarli a termine come dico io. Il 20 marzo suonerò a ‘Bergamo Jazz’ con una formazione nuova, per cui attualmente sto scrivendo della musica per questo nuovo gruppo con cui verrà probabilmente realizzata anche una pubblicazione discografica.”
     “L'altra cosa a cui tengo moltissimo, che abbiamo già fatto e che proporremo in altri contesti, è ‘A Love Supreme’, dal disco storico di John Coltrane, che abbiamo presentato per ‘Notti di Luce’. È un progetto su cui ho lavorato per sei mesi, anche se è musica molto poco scritta perché i temi sono dei piccoli frammenti, ma in realtà è proprio il clima di quella musica che ho studiato, che ho analizzato e che ha avuto un grande successo qui a Bergamo, di conseguenza la riproporremo ad alcuni festival, fra cui un paio in Sicilia.”
     …che cosa è il CDPM?
     “È difficile rispondere sinteticamente, però penso che ogni persona che ci mette piede si rende conto di che cosa è, le sfumature di tutto il progetto, quello che si respira è una freschezza, una voglia di imparare, di credere in percorsi musicali che vanno dal bambino di 3 anni fino alla big band, al coro e quindi un fermento, un'apertura musicale che è difficile trovare in altri ambienti, c'è insomma una gran voglia di crescere con e attraverso la musica.”
     “Nel concreto il CDPM è tante cose, ma è soprattutto una delle scuole musicali più importanti a livello non solo nazionale, ma ci confrontiamo anche a livello internazionale, con scuole americane, tedesche, con i conservatori. La didattica è un mio pallino da sempre e sono riuscito a creare negli anni un team formidabile, con una trentina di insegnanti che hanno condiviso il progetto. La didattica è poi legata alla produzione. Cosa vuol dire produzione? Vuol dire suonare, suonare nei gruppi di insieme, nelle sale prova, nelle big band, nel coro gospel, a cui va aggiunto quello che facciamo sul territorio, perché il CDPM è un luogo fisico, ma è anche un'estensione, perché sono molto orgoglioso di quello che siamo riusciti nel tempo, con molta umiltà, a creare sul territorio.”

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