mantenere lo stadio in città, ma le risposte sono sempre state evasive rafforzando così la percezione di inerzia che avvolge l’argomento. Certo è che l’attuale impianto di viale Giulio Cesare appare oggi inadeguato e non più rispondente alle esigenze di sicurezza visto che sorge all’interno di un quartiere cittadino attraversato da un’arteria di collegamento con la periferia e che durante gli eventi sportivi è assediato da orde umane quando non diventa teatro di tafferugli con tutto il corollario annesso di cariche della polizia e di fuggi fuggi generale.
In attesa di sviluppi sul fronte stadio, la popolazione freme per l’inaugurazione del nuovo ospedale, accolto tra i peana mediatici e politici, al cui riguardo si registra la presa di posizione del Direttore Generale degli Ospedali Riuniti circa i problemi di infiltrazioni d’acqua che hanno imposto il rinvio del trasferimento al 2011; egli ha dichiarato che l’azienda ospedaliera non può aver alcuna responsabilità nella vicenda.
Se sotto l’aspetto formale nessuna censura può essere mossa ai vertici di Largo Barozzi, certamente non responsabili di anomalie di carattere tecnico e quindi legittimati ad autoassolversi, sotto il profilo pratico il Direttore Generale sa bene che esistono doveri e responsabilità “istituzionali” alle quali non può sottrarsi e che lo pongono sotto la luce, spesso scomoda, dei riflettori dell’informazione. Egli rappresenta l’Azienda committente che, suo tramite, è chiamata ad accertare le responsabilità per l’ormai quasi certo rinvio dei tempi di consegna e della perfetta esecuzione dell’opera di fronte alla comunità cittadina. Egli, come ogni soggetto rappresentativo e dotato di autonomia decisionale, si erge a garante del buon funzionamento della macchina amministrativa ed organizzativa e poco conta, quantomeno agli occhi dell’opinione pubblica, che, nella fattispecie, i ritardi e i problemi siano riconducibili all’operato di una impresa più o meno affidabile che, semmai, risponderà delle proprie omissioni o negligenze nelle sedi deputate e non certo sui quotidiani locali. Ad esso, soprattutto per scelta politica, è attribuito un ruolo preciso, quello cioè di collegamento tra il cittadino e l’istituzione che rappresenta, ed è quindi pubblicamente esposto sia quando si tratta di intervenire per presenziare ad orgogliose inaugurazioni e di comparire in prima pagina per certificati meriti di reparti ospedalieri e di equipe mediche sia quando qualcosa stona nella gestione dell’apparato.
È insomma lecito attendersi una operazione di trasparenza, che faccia emergere le responsabilità per quelli che forse non possono essere classificati
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