È TARDI PER IL NUCLEARE, PUNTIAMO AL TERMODINAMICO
di Graziano Paolo Vavassori
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Nell’articolo del nostro Rovaris di questo mese dal titolo “La storia si ripete per le candidature e per gli sprechi” si evince come non cambino le cose in Italia. Dalle candidature di favore agli sprechi elettorali, che finiscono per aumentare il debito pubblico, nulla cambia.
Passando al settore automobilistico, anche il buon Cozzi nell’articolo “Il ritorno delle coupé” parla di come la storia di ripete. Una volta le coupé erano l’oggetto del desiderio di ogni italiano appassionato di auto, poi sono quasi sparite. Oggi è tornata la moda delle coupé e quasi ogni casa automobilistica ne propone una ad un costo diciamo accettabile.
Ora tocca a me riallacciarmi al tema della “storia che si ripete”, purtroppo in negativo, drammaticamente in negativo, per la salute, per l’ambiente e per il nostro portafoglio, iniziando da Milano.
Pensate che la BMW, capostipite della scelta di creare auto ecocompatibili facendole muovere con un sistema di fuel cell, dopo decine di milioni di euro di investimento in questo progetto (ricordate il distributore di idrogeno inaugurato a Milano dal sindaco Albertini e mai entrato in funzione?) ha rinunciato. Costa troppo produrre mezzi di questo genere e vi sono dei limiti intrinsechi di stoccaggio dell’idrogeno. Le celle a combustibile consentono ad un motore elettrico di alimentarsi tramite l’energia elettrica generata direttamente dalla reazione dell’idrogeno con l’ossigeno; questa reazione chimica produce calore ed energia, mentre allo scarico esce solamente vapore acqueo. Il problema è che l’idrogeno, allo stato gassoso, va stoccato in serbatoi a 700 bar di pressione oppure, in forma liquida, a -240° C: vi sono evidenti problemi di sicurezza, di ingombro e di peso. Indovinate che cosa ha fatto il comune di Milano? Ha acquistato tre autobus alimentati da fuel cell. Che bello, che bello, come siamo contenti, come è ecologica la giunta guidata dal sindaco Moratti? Non scherziamo! Sarebbe come se da domani mille pendolari milanesi lasciassero a casa l’auto a combustibile fossile e si muovessero con auto elettriche… o in bicicletta. Cambia nulla a livello di inquinamento. Che cosa sono tre automezzi su una flotta di centinaia di veicoli fatiscenti? Non oso immaginare che cosa possono essere costati. Non sarebbe stato meglio usare quel denaro per cambiare tutti gli altri autobus alimentati ancora a gasolio con quelli di nuova generazione riconoscibili per l’inconfondibile colore verde?
Se sbagliasse solo Milano potrebbe anche essere il male minore. Invece ci si mette anche il Governo. L’Italia, anzi, coloro che la governano, non imparano dagli altri né dalla storia, ripetendo i medesimi errori. Quando era il momento di
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