L’INVIDIA ED I SUOI MECCANISMI
                                  di Enrico Caruso

     Tutto il modo regge sull’invidia
     Lo vediamo in politica, pensiamo alle annose dispute tra destra e sinistra.
     Lo vediamo nelle religioni, pensiamo ad esempio all’attacco terroristico delle Torri Gemelle.
     Lo vediamo in tutte le Torri di Babele che sono state costruite, creando le confusioni delle lingue.
     L’“Invidia Sociale” muove il mondo; con essa si cerca di “vendere verità perfette, …illusorie di ricchezza”, ove l’elemento sottomesso a tale logica tenderà poi a svilire le classi o le popolazioni dominanti.
     L’invidia può provocare uno stato di profonda frustrazione riguardo alla propria storia ed origine: così l’invidioso potrà assumere comportamenti molto aggressivi, sminuendo l’invidiato con toni esasperati, arrivando anche al pubblico disprezzo. L’invidia verte su aspetti economici, politici, patrimoniali, professionali, culturali, intellettivi, sessuali e, in generale, su tutto ciò che rende un uomo “più potente di un altro”.
     L’invidia viene talvolta confusa con l’avidità, ovvero il desiderio di possedere beni materiali: anche se poi questi due elementi “vanno a braccetto”. L’avidità è la morte esistenziale dell’uomo, un antico detto recita “tutti i soldi che il diavolo ti porta finiranno in crusca.” Un altro detto ancora più forte incalza: “nel mondo dell’invidia tutto l’oro che porti diventa sterco”.
     L’invidia è il desiderio d’essere al posto dell’altro, sentito come potente, e non va confusa con la gelosia: questo sentimento è triangolare, dove il geloso si sente escluso da una coppia. L’invidia invece è duale, in quanto l’invidioso cerca di svalutare le persone che percepisce come “migliori” di sé, volendo danneggiare oggettivamente l’invidiato, ostacolandolo in ogni suo progetto o iniziativa. L’invidiato è “colpevole”, agli occhi dell’invidioso, per essere apprezzato o per avere cose che l’invidioso non ha. Sul concetto dell’invidia vi sono molti tabù e pochissime persone ne parlano apertamente.
     L’invidia è un sentimento opposto all’empatia e alla gratitudine
     L’invidia è un entrare in ciò che è buono per distruggerlo. È un avere incessantemente (avidità); comunque l’invidioso rimane incapace d’amare e di ricevere un aiuto. L’invidioso non riesce a riconoscere ciò che è buono. Egli si oppone all’amore e con i suoi impulsi mira a “portar via”, a danneggiare o a sottomettere.

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