Ltd, Azer sviluppò un primo prototipo basato sull’uso del papiro per produrre carta ecologica, rivelatosi ben presto troppo costoso da reperire. Fu quindi necessario trovare un sostituto che si adattasse al prototipo per dimensioni del tronco, allineamento delle fibre e determinate caratteristiche chimiche, nonché prodotto in grandi quantità. La Musa paradisiaca (mauzah in arabo significa banana) si è rivelata la candidata ideale. Il banano, essendo prodotto in quantità rilevanti ogni anno, ha ottime potenzialità per il progetto dell’ingegnere; si stimano 50 Kg di carta prodotta da una pianta all’anno, quindi la disponibilità compete con l’intero consumo mondiale. Inoltre, gli scarti del banano sono un problema per i produttori, in quanto hanno dei costi per lo smaltimento e la soluzione di lasciarli imputridire a cielo aperto genera altro gas serra.
     La carta prodotta dagli scarti della Musa paradisiaca con il metodo Azer riduce stratosfericamente il consumo di acqua, di additivi chimici, di energia e di emissioni di CO2; per esempio, in merito alle emissioni, siamo nell’ordine di un solo chilo contro gli 1,4 tonnellate, ovvero lo 0,07%. Non solo, il riciclaggio del banano secondo la sua tecnica ha al suo attivo un altro materiale innovativo: il Beleaf (Banana engineered leaf), il quale verrà presentato ufficialmente il 23 settembre al "Monaco yacht show". Si tratta di un legno impiegato per la prima volta dalla 3W Tout Bois negli arredi e rivestimenti di alta classe e per le imbarcazioni; esso ha caratteristiche di ignifughità ed idrorepellenza, quindi non richiede trattamenti chimici anticombustione o impermeabilizzazioni a base di colle fenoliche.
     Concludiamo raccontandovi della banana nella storia. La parola banana deriva dall’arabo e significa “dito”. Troviamo traccia di questo frutto nella letteratura del 1601, dove viene descritto come “frutto che profuma di rosa”; in realtà fu menzionato per la prima volta nei testi buddistici del 600 a.C. Alessandro Magno scoprì il suo sapore nelle valli dell’India, nel 327 a.C, e segni di una coltivazione di banane sono stati trovati in Cina risalenti al 200 d.C. Nel 650, i conquistatori islamici esportarono la banana fino in Palestina, diffondendo successivamente la sua coltivazione in tutta l’Africa e, nel 1502, i coloni Portoghesi diedero il via alle prime piantagioni di banane nei Carabi e in America Centrale.

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