Come abbiamo visto, il cuore è una macchina perfetta; purtroppo molti fattori, esterni ed interni al nostro organismo, possono danneggiarlo, a volte anche in maniera irreparabile. Le malattie cardiovascolari, escludendo patologie congenite, sono principalmente causate dall’aterosclerosi, una malattia che colpisce la parete delle arterie causandone il restringimento (stenosi) o, nei casi più gravi, l’occlusione. Ogni tanto leggiamo sul giornale di giovani ragazzi, apparentemente sani ed in ottima forma fisica, che muoiono di infarto durante una semplice partita di pallone e non ce ne capacitiamo; effettivamente, se in una persona le pareti delle arterie sono già in sofferenza, spesso senza saperlo, in quei casi nei quali è previsto un aumento del flusso sanguigno, come durante uno sforzo fisico, la situazione si può complicare ulteriormente dando luogo alla formazione di trombi che, occludendo rapidamente il vaso sanguigno, interrompono totalmente il flusso causando l’infarto, cioè la morte delle cellule.
     I meccanismi responsabili dell’aterosclerosi sono molteplici e sono da ricercarsi più che in cause ben specifiche in una serie di fattori, alcuni modificabili altri no, che determinano il rischio cardiovascolare dell’individuo, cioè il rischio per una persona di sviluppare o meno malattie cardiovascolari. I fattori di rischio sui quali non possiamo intervenire sono l’età, il sesso (purtroppo gli uomini sono più esposti delle donne alle malattie del cuore) e la familiarità a queste malattie. I fattori di rischio modificabili, invece, sono l’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), il diabete, il fumo di sigaretta, l’inattività fisica, l’aumento nel sangue dei trigliceridi, l’obesità e l’aumento della pressione arteriosa (ipertensione). L’eliminazione, o la riduzione drastica, di questi fattori di rischio è il mezzo più efficace per allontanare il rischio di infarto o di ictus cerebrale ed è l’obiettivo primario della prevenzione cardiovascolare.
     Nei soggetti sani, il valore considerato ottimale di colesterolo LDL (quello considerato “cattivo” per il cuore) nel sangue è pari a 160 mg/dL (130 mg/dL per coloro che hanno altri fattori di rischio e sotto i 100 mg/dL per i diabetici), mentre per quello che riguarda il livello del colesterolo HDL (il cosidetto colesterolo “buono”) esso deve essere superiore ai 40 mg/dL per l’uomo e 50 mg/dL per la donna. Per la pressione arteriosa, i valori ottimali sono pari/inferiori a 130/85 mmHg. Fra i nuovi fattori di rischio cardiovascolare, spicca l’indice di infiammazione del sangue, rilevabile misurandone la proteina C reattiva.

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